La commissione Cultura del Senato ha approvato all’unanimità la proposta di avviare un’indagine conoscitiva sull’impatto dell’intelligenza artificiale nei suoi settori di competenza, anche con riferimento al servizio ChatGpt.
“L’intelligenza artificiale, con particolare riferimento a quella di tipo generativo, appare come un rivoluzione tecnologica epocale con applicazioni di automazione in numerosi campi: creazione, organizzazione, classificazione di contenuti testuali e multimediali, ricerca e sviluppo, medicina e sanità, robotica, customer-care e assistenti digitali, traduzione automatica, formazione e istruzione, gaming, intrattenimento e promozione culturale, produzione di software, cybersecurity“, sottolinea il relatore Andrea Paganella (Lega), che aggiunge: “Insieme alle opportunità, vi sono rischi e preoccupazioni, non solo nell’ambito del trattamento dei dati personali, che non va confuso con la più ampia discussione sulla natura delle tecnologie di intelligenza artificiale: tra gli altri, produzione di informazioni non accurate, bias culturali e discriminazioni, abusi e attività criminali, proprietà intellettuale, impatto sull’occupazione e sulla trasformazione del sistema produttivo”.
“Siamo soddisfatti del voto unanime, in commissione Cultura a Palazzo Madama, per l’avvio dell’indagine conoscitiva sull’impatto dell’intelligenza artificiale, in particolare di tipo generativo, nei settori di competenza, anche con riferimento al servizio ChatGpt – scrivono in una nota lo stesso Paganella e il capogruppo della Lega in commissione Cultura Roberto Marti -. L’AI è un’innovazione tecnologica epocale, che richiede l’impegno del Parlamento per fare in modo che il Paese nel suo complesso non perda opportunità di sviluppo e crescita in un momento di grande accelerazione dei processi e, al tempo stesso, per assicurare diritti e libertà individuali, sicurezza, equità. L’indagine sarà, quindi, finalizzata sia alla comprensione del contesto generale che all’approfondimento degli effetti della Ia sui comparti che competono alla commissione”.
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Slittato l’accordo al Parlamento Ue
Intanto slitta l’accordo, inizialmente previsto per questa settimana, tra i relatori dell’Eurocamera per la nuova regolamentazione sull’Intelligenza artificiale che prevedeva nuove regole, più severe, per ChatGpt e per i software con AI. Lo sottolineano fonti europarlamentari vicine al dossier. Ai negoziatori servirebbe ancora del tempo per lavorare all’intesa tra i gruppi. Un’altra riunione, che potrebbe essere quella risolutiva, è attesa per settimana prossima a Bruxelles.
Appello all’Ue da 140.000 autori e artisti
E sempre in tema di intelligenza artificiale, quarantadue associazioni e sindacati tedeschi che rappresentano più di 140.000 autori e artisti hanno esortato nei giorni scorsi l’Unione Europea, in una lettera alla Commissione europea, al Consiglio europeo e ai legislatori dell’Ue, a rafforzare la bozza delle regole sull’intelligenza artificiale. La lettera sottolinea le crescenti preoccupazioni per le applicazioni di intelligenza artificiale generativa come ChatGpt, che può imitare gli esseri umani e creare testo e immagini basati su prompt. “L’uso non autorizzato di materiale didattico protetto, il suo trattamento non trasparente e la prevedibile sostituzione delle fonti con l’output dell’AI generativa sollevano questioni fondamentali di responsabilità e remunerazione, che devono essere affrontate prima che si verifichi un danno irreversibile”, recita la lettera.
Ue verso una regolamentazione
La Commissione europea, che l’anno scorso ha proposto regole sull’AI, nei prossimi mesi chiarirà i dettagli finali con i legislatori e gli Stati membri dell’Ue prima che le regole diventino norme definitive. Le regole dovrebbero essere rafforzate per regolamentare l’AI generativa lungo l’intero ciclo del prodotto, in particolare sui fornitori di modelli di base. La legge inoltre identificherà i fornitori di tale tecnologia come responsabili di tutti i contenuti generati e diffusi dall’AI, in particolare per violazione dei diritti personali e dei diritti d’autore, disinformazione o discriminazione.
Azione legale di un gruppo di artisti contro tre società di AI
E ancora, in materia di AI, emerge il caso delle società Stability AI, Midjourney e DeviantArt, le quali hanno risposto a un gruppo di artisti che le ha accusate di aver commesso una massiccia violazione del copyright utilizzando il lavoro degli artisti in sistemi di intelligenza artificiale generativa. Le società hanno chiesto a un tribunale federale di San Francisco di respingere l’azione legale collettiva proposta dagli artisti, sostenendo che le immagini create dall’intelligenza artificiale non sono simili al lavoro degli artisti e che la causa non ha notato immagini specifiche che sarebbero state utilizzate in modo improprio.
Gli artisti, in particolare, hanno affermato che la copia non autorizzata delle loro opere per addestrare i sistemi e la creazione di immagini generate dall’intelligenza artificiale nei loro stili violavano i loro diritti.