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Internet, la Carta internazionale dei diritti nasce dal basso

Il documento in 10 articoli è stato presentato al Social innovation Around. La “costituzione” è stata realizzata con un modello di co-creazione tra community e messo nero su bianco da Stati generali dell’Innovazione e “Noi Donne” di Telecom. Boldrini: “Uno strumento in più a difesa degli utenti”

Pubblicato il 14 Nov 2014

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Una carta universale di diritti in Internet realizzata con un modello di co-creazione tra community e messa nero su bianco da Sis, Stati generali dell’innovazione e Noi donne di Telecom. La presentazione ha avuto luogo oggi durante la due giorni “Social Innovation Around” ospitata dai Cinecittà Studios a Roma. A introdurre il documento è stato Andrea Beccalli, stakeholder engagement manager di Icann e da Simonetta Cavalieri, presidente di Social Innovation Society.

“Sempre più avvertita è l’esigenza di giungere all’adozione di una Carta dei diritti in internet – ha affermato la presidente della Camera, Laura Boldrini, in un messaggio inviato per l’apertura dell’evento – lo dimostra il moltiplicarsi di iniziative che come quella di Social Innovation Around, si pongono come obiettivo quello di difendere i principi fondanti della Rete e di tutelare i diritti degli utenti”.

“Continua a crescere il numero degli utenti internet nel mondo – spiegano gli organizzatorid ell’evento in un comunicato – Entro la fine del 2014 circa 3 miliardi di persone dovrebbero essere connessi in Rete ed oltre il 44% delle abitazioni del pianeta. Per questa nuova ‘nazione’ che conta un numero sempre maggiore di abitanti si pone la necessità di riconoscere nuovi diritti e di reinterpretare i vecchi così da assicurare una maggiore tutela delle libertà in Internet”.

La carta è costituita da 10 articoli, che spaziano dal diritto alla partecipazione e alla padronanza simbolica, dalla tutela della persona digitale allo sviluppo dell’educazione e delle crescita sociale, passando attraverso creatività, innovazione e privacy, diritto alla sicurezza digitale e nuovo welfare digitale.

“Cifra unificante – ha affermato Simonetta Cavalieri – è la tutela dei diritti della persona, dei gruppi e delle organizzazioni dove l’accento non si pone più solo nella definizione e armonizzazione dei mezzi, dispositivi e tecnologie di fruizione e veicolazione, ma sulle nuove necessità informative, in termini di contenuti, nuovi bisogni, sicurezza e politiche abilitanti. In pratica si esplora il diritto del ‘cosa serve sapere’ piuttosto che del ‘come si accede a questo sapere”.

La Carta internazionale dei diritti digitali non considera il diritto di accesso allo strumento in sé (tecnologia, supporto, infrastruttura), ma piuttosto il tema dell’accesso come “partecipazione”, intesa come valore, diritto – ed anche dovere – inalienabile che ha ogni cittadino di esercitare le proprie prerogative “politiche” e “sociali”

“Un esempio concreto – si legge nella nota – potrebbe essere l’attuazione dell’ Open Government nei processi decisionali, la definizione di nuove modalità sistematiche di partecipazione nei processi legislativi, in grado di valorizzare il contributo attivo dei portatori di interesse”.

Il testo della Carta, tradotto in più lingue, nel mese di ottobre 2014 è stata oggetto di una consultazione pubblica su Wiki che ha sollecitato i contributi di singoli e realtà collettive in Italia e all’estero.

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