LA STRATEGIA

Inwit, Abertis ed F2i studiano un’offerta congiunta

Cellnex starebbe considerando di presentare insieme al fondo un’offerta per le torri di trasmissione di cui Telecom Italia cede il controllo. Così i due candidati principali unirebbero le forze per rafforzarsi nel consolidamento nel settore

Pubblicato il 19 Ott 2015

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Unire le forze e presentare un’offerta congiunta per la quota di controllo di Inwit messa in vendita da Telecom Italia. A considerare l’idea, secondo quanto anticipato oggi da CorrierEconomia, sono Cellnex, controllata di Abertis, ed F2i, i due player che erano in dati in pole position per l’acquisizione dell’asset, in un’operazione che potrebbe valere fino a un miliardo.

Cellnex ha al suo fianco Morgan Stanley e Mediobanca. I contatti con l’Ad di Telecom Italia, Marco Patuano, erano stati avviati ben prima che la società desse il via all’Ipo di Inwit. Dopo la quotazione, la società ha moltiplicato il valore e ora un pacchetto del 30-40% è diventato “più impegnativo”, e da qui sarebbe nata l’idea di condividere l’operazione con un partner, meglio se finanziario.

Dal canto suo F2i che ha liquidità per 1,3 mld, e con Inwit avrebbe la possibilità di posizionarsi in un settore in consolidamento, ma anche quella di fare un investimento che offre un rendimento, tipico del mondo delle infrastrutture, che si colloca stabilmente intorno al 4%.

Intanto Telecom Italia ha avviato i contatti con Deutsche Bank per definire la strategia da seguire: proprio la banca tedesca aveva assistito Telecom nella quotazione in Borsda di Inwit. Il coinvolgimento della banda d’affari tedesca è il primo passo, dal punto di vista procedurale, verso il riassetto di Inwit, società che riunisce le torri di trasmissione di Telecom Italia e di cui l’operatore sarebbe disposto a cedere il controllo, per mantenere una quota attorno al 20% e incassare una plusvalenza.

Inwit vale in Borsa 2,67 miliardi di euro ai prezzi attuali ed è probabile che Telecom Italia chieda un premio nel caso ceda la maggioranza del capitale. Il 60% in mano a Telecom Italia vale 1,6 mld.

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