Secondo l’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm e Politecnico di Milano “i web shopper italiani sono cresciuti in due anni del 55%, e in particolare quelli che hanno comprato on line prodotti di abbigliamento (inclusi accessori, borse, scarpe) sono aumentati di oltre un milione di unità negli ultimi dodici mesi”.
Dal nostro punto di vista – ossia di società operante nell’Executive Search, la quale segue alcuni settori di mercato, tra cui il Fashion/Luxury/Retail e l’ICT – non possiamo che confermare questo trend positivo, pensando alle richieste che riceviamo da parte di società italiane del lusso che intendono implementare o ampliare il proprio business on line. Infatti, parallelamente alla crescita delle vendite da parte di siti italiani di brand di moda, di boutique multibrand oppure di siti specialistici, riscontriamo un aumento nella richiesta di managerialità in ambito eCommerce e Digital in generale. Che cosa ci chiedono i nostri clienti?
Sempre di più manager in grado di assumere la responsabilità del business eCommerce in termini di profit/loss, di definirne la strategia su diversi mercati geografici, in coerenza con la filosofia ed il posizionamento del brand e in sinergia con il canale retail (non più in logica di mero destocking), e di supportarne lo sviluppo.
Tale responsabilità di crescita va coniugata alla capacità di strutturare e gestire le operation collegate al business eCommerce (sia internamente che affidandosi a piattaforme esterne), in termini di logistica distributiva e soprattutto di customer service.
Definire, implementare e gestire un business online non può, inoltre, prescindere dalla capacità di posizionarlo anche all’”interno” della singola e specifica organizzazione aziendale, in logica interfunzionale ed integrata con i canali di vendita tradizionali (retail e wholesale) e di pensarlo in logica “digitale”.
Ossia all’interno di una strategia di comunicazione del brand che contempli da un lato attività di social networking rivolte alla comunicazione del prodotto, alla creazione di comunità legate al brand e dall’altro lato attività di marketing on line finalizzate all’acquisizione del web customer, integrate con i nuovi canali digitali, per esempio i messaggi via cellulare. A tutto ciò si aggiunga una sensibilità nei confronti del prodotto di lusso, che non può mancare soprattutto se l’eCommerce prevede attività di buying specifiche per l’online, oppure assortimenti ad hoc. In contesti piuttosto destrutturati sotto l’aspetto dei Sistemi Informativi, all’eCommerce Manager è spesso affidata anche la responsabilità della definizione architetturale e del funzionamento della piattaforma informatica del sito (coordinando risorse tecniche interne e/o esterne), mentre in contesti maggiormente strutturati, tale responsabilità può essere suddivisa all’interno dei Sistemi Informativi tra i gruppi di architetture, infrastrutture e applicazioni web based. In conclusione, osservando il trend positivo dell’eCommerce legato al comparto del lusso Made in Italy, ci aspettiamo notevoli opportunità per manager che sviluppino ulteriormente questo business.
Considerando, invece, la crescita specifica del Mobile Commerce in Italia, che sempre secondo l’Osservatorio eCommerce Netcomm e Politecnico di Milano “nel 2013 ha superato il mezzo miliardo di euro di transato solo da smartphone, di cui circa 350 milioni di pura crescita (oltre il 20% della crescita annua dell’intero eCommerce B2C italiano), a cui si aggiunge un miliardo di Euro di vendite via tablet”, ci attendiamo l’emergere di nuove opportunità professionali anche presso i Sistemi Informativi delle aziende che non vogliano perdere questa sfida. Opportunità professionali non tanto collegate a nuove competenze tecnologiche (tipicamente in ambito App), quanto figure professionali (ad esempio di Architetti o di Project Manager) che rendano possibile l’esperienza di acquisto Mobile, in logica multidevices e multipiattaforma con un nuovo approccio.
MADE IN ITALY
L’e-commerce italiano è di lusso
I prodotti di fascia alta sono un traino per il digital shopping, ma le imprese devono puntare di più sul multi-device
Pubblicato il 18 Gen 2014
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