L’innovazione delle festività comandate

La rivoluzione digitale in arrivo avrà effetti dirompenti per le imprese, la PA, i cittadini. Per affrontarla ci vuole uno sforzo sistemico dell’intero Paese ma a volte la politica sembra pensare ad altro

Pubblicato il 25 Set 2015

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Senza digital transformation l’Italia delle imprese, dei servizi e della PA non può crescere. Come cogliere le opportunità dell’ondata digitale in arrivo in modo che essa non sia solo disruption ma occasione di cambiamenti propulsivi?” Lo abbiamo chiesto a un gruppo manager di imprese innovative diverse per dimensione, business e storie e le risposte le trovate in questo numero di CorCom.

Emerge l’unanime consapevolezza che la rivoluzione digitale in arrivo rischia di avere in Italia impatti dirompenti, più che in altri Paesi. Perché siamo in ritardo nella assimilazione delle tecnologie digitali rispetto ai Paesi più avanti e, di conseguenza, le trasformazioni in arrivo agiranno più in profondità.

Ma c’è anche una ragione strutturale che riguarda la natura del tessuto produttivo del nostro Paese. L’industria manifatturiera, in particolare quella piccola e media, rimane una delle ossature fondamentali della ricchezza prodotta ogni anno dall’Italia. E questo anche dopo una lunga crisi che ha prodotto chiusure, delocalizzazioni, ridimensionamento di interi settori ma ha anche visto capacità di tenuta e di riscossa da parte di chi ha saputo innovarsi in un contesto nazionale ed internazionale molto difficile.

Ritardo tecnologico a parte, lo shock delle nuove tecnologie, a non saperle sfruttare in tempo, rischia ora di riversarsi non solo sul settore dei servizi dove sinora si sono manifestati gli effetti più dirompenti, ma anche nel campo della produzione. Interconnessione e cooperazione delle risorse aziendali e dell’intera catena del valore esterna (clienti inclusi) diventeranno sempre più essenziali. La sfida dei costi affrontata agli albori dell’ultima crisi economica diventa adesso sfida della smart enterprise in uno scenario economico che è stato battezzato la “quarta rivoluzione industriale”.

Per affrontarla è necessario uno sforzo sistemico dell’intero Paese: il mondo della politica, delle imprese, dei servizi, della cultura. Si tratta di trovare il coraggio di guardare avanti. In molti lo stanno facendo. Tuttavia, vedere il Parlamento perdere tempo a discutere se bisogna o meno obbligare i negozi a chiudere nelle feste comandate segnala che la strada da fare è ancora molta. E il tempo stringe.

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