“Le azioni criminali e illegali online non sono mai sganciate dalla realtà: la rete è usata come amplificatore”. Lo ha detto Salvatore La Barbera, della Polizia Postale, in occasione della tappa conclusiva, a Milano, del roadshow di Google “Digitali e Responsabili”. Fondamentale il ruolo della Polizia Postale, ci ha tenuto a puntualizzare La Barbera ricordando che il reparto “speciale” ha iniziato la sua operatività nel 1998 con attività di prevenzione e contrasto prima sulla pedoflia online e poi via sempre più ampie.
“Sull’attività di contrasto – ha detto La Barbera – la normativa italiana dà alla Polizia Postale strumenti invidiati a livello internazionale. Uno è il Cnaipic con cui scambia informazioni in tempo reale con tutti gli attori pubblici e privati di sicurezza che gestiscono servizi pubblici, tra cui aerei, treni, metropolitane, ospedali, «ma ne abbiamo anche altri tra cui una piattaforma condivisa con i gruppi bancari principali, con cui è stato abbattuto negli ultimi anni il 90% dei trasferimenti fraudolenti”.
I compiti principali della Polizia Postale però sono di dissuasione, cioè di protezione delle potenziali vittime e ragionamento sui fattori di rischio, e di prevenzione e sensibilizzazione, per costruire meccanismi positivi che accompagnino le attività libere dei cittadini sul web insieme a una pluralità di attori, sottolinea La Barbera. “Per esempio importante è la collaborazione con associazioni come Assolombarda e Confcommercio, con incontri di sensibilizzazione per far capire agli imprenditori che devono proteggere le loro infrastrutture e che, facendo trattamenti di dati sensibili, devono assumere tutti gli accorgimenti del caso”. Un altro fronte è la protezione dei dati sanitari, “su cui abbiamo firmato un protocollo con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia che si applica a tutti gli enti pubblici e privati, medici di base e farmacie della regione”.
E infine c’è forse l’aspetto più importante, la sensibilizzazione nelle scuole e nelle famiglie, che si basa su migliaia di incontri ogni settimana, incentrati soprattutto su cyberbullismo e tutela della privacy. “La cosa più importante è diffondere la consapevolezza dei segnali di antisocialità e pericolosità di certi comportamenti, che vanno colti per tempo e non possono essere confusi con ragazzate e goliardia”.
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