LA SENTENZA

Scrittori americani sconfitti, scagionato Google Books: “Non viola il copyright”

La sentenza della Corte suprema Usa: Big G tornerà a scansionare liberamente migliaia di opere. La parola fine a una battaglia legale durata 11 anni

Pubblicato il 19 Apr 2016

Andrea Frollà

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Google potrà continuare a scansionare milioni di libri perché quest’operazione non viola la legge. A stabilirlo è la Corte Suprema degli Stati Uniti, che chiude una battaglia legale durata 11 anni, che ha visto contrapposti Big G e gli autori. Dunque, dal massimo organo giudiziario degli Usa arriva il via libera alla digitalizzazione delle opere di Google Books in nome dell’interesse pubblico alla conoscenza.

Il lancio dell’iniziativa – Una rivincita che la compagnia californiana ottiene a 11 anni di distanza dal lancio dell’iniziativa, allora partita grazie all’accordo con molte biblioteche aperte a far digitalizzare le proprie opere. Da Roma a Firenze, passando per Harvard e Stanford, molti sono stati gli enti disposti a concedere i propri testi per la scansione. Un processo filato liscio fino a quando sono iniziati a sorgere malumori e malcontenti fra gli autori, convinti che il progetto di Google violasse i diritti d’autore.

La battaglia legale – Nel 2005 la partita si sposta in tribunale, con la società di Mountain View pronta a sborsare un assegno da 125 milioni di dollari per chiudere tutto in amicizia. Un’offerta che però 6 anni dopo viene ritenuta non ammissibile da un giudice Usa in quanto svantaggiosa per gli autori. Nel 2013 arriva la prima sentenza del giudice Chin, che non rileva violazione del copyright nell’opera di Google. Naturalmente, la Authors Guild, consorzio di autori americani, ricorre in appello sentendosi però nuovamente dar torto dalla corte di 2° grado.

La sentenza definitiva – Infine, il ricorso alla Corte Suprema che però conferma ora le due sentenze precedenti dando ragione definitiva a Google. Così, Big G potrà continuare a scannerizzare migliaia di libri senza problemi, fra i festeggiamenti di chi considera Google Books una delle più grande iniziative open access di sempre e le accuse di chi crede che dietro una lodevole iniziative si nascondano mire di mercato ben precise.

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