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La digital transformation sbarca sulle strade italiane, Delrio avvia la sperimentazione

Smart road, firmato il decreto ministeriale previsto in Finanziaria che autorizza i test su strada di veicoli a guida automatica. La rete infrastrutturale sarà adeguata progressivamente alle nuove tecnologie in grado di far dialogare i veicoli connessi e di garantire snellimenti del traffico e riduzione degli incidenti. Ecco gli step tappe del processo e i soggetti ammessi a sperimentare

Pubblicato il 02 Mar 2018

smart-road

Strade e autostrade italiane smart, parte la sperimentazione di veicoli a guida automatica. E’ il frutto della firma del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio al Decreto ministeriale previsto per l’attuazione della norma della Legge di Bilancio 2018. La norma autorizza i test di soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi.

Obiettivo, realizzare un miglioramento della rete stradale nazionale attraverso una sua graduale trasformazione digitale. Si punta a consentire alle infrastrutture stradali di “dialogare” con i veicoli connessi rendendo così possibile l’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, lo snellimento del traffico, la riduzione di incidenti.

In particolare nel decreto vengono individuati i soggetti che possono chiedere l’autorizzazione al test: costruttori del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca. Definita anche l’istruttoria da compiere, le modalità con cui l’autorizzazione viene rilasciata ed i controlli cui è soggetta l’attività di sperimentazione.

Per quanto riguarda le smart road, sono previsti gli interventi necessari per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate (come la fibra), la copertura di tutta l’infrastruttura stradale con servizi di connessione di routing verso la rete di comunicazione dati, la presenza di un sistema di hot-spot Wifi per la connettività dei terminali dei cittadini, dislocati almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio, un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine e una stima/previsione per i periodi di tempo successivi.

Sulla base dei dati raccolti il sistema di hot-spot offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti, permettendo eventuali azioni di re-routing.

In una seconda fase (entro il 2030) saranno attivati ulteriori servizi di deviazione dei flussi, in caso di incidenti/ostruzioni gravi; di intervento sulle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni; di suggerimento di traiettorie e corsie; di gestione dinamica degli accessi, nonché di gestione dei parcheggi e del rifornimento (con particolare riferimento alla ricarica elettrica). Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete del sistema nazionale integrato dei trasporti, così come è stata ridisegnata dall’allegato al Def 2017 “Connettere l’Italia”.

Tutti gli interventi saranno immediatamente previsti e realizzati, poi, nel caso di infrastrutture di nuova realizzazione, o di infrastrutture esistenti che siano oggetto di potenziamento o di interventi di innovazione tecnologica, costruttiva o funzionale. I costi degli interventi – precisa il Mit – saranno a carico del concessionario o del gestore dell’infrastruttura.

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