CONCORRENZA

La Francia vuole mettere sotto “sorveglianza” Google & Co.

Secondo un report del Conseil national du numérique sulla neutralità della rete, i colossi di Internet hanno creato piattaforme non comunicanti che schiacciano la concorrenza e non sono trasparenti nel trattamento dei dati. Pronta la richiesta di un’azione anche a livello Ue

Pubblicato il 16 Giu 2014

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La Francia vuol fare di tutto per evitare che Internet si divida in una serie di grandi ecosistemi chiusi organizzati intorno ai colossi made in Usa come Google, Apple, Microsoft, Amazon. Dopo le raccomandazioni fornite dal Conseil national du numérique (Cnn), che ha consegnato il suo report sulla neutralità della rete ai ministri Axelle Lemaire et Arnaud Montebourg, Parigi si muove per evitare che “l’Internet di domani sia paralizzato da alcuni monopoli che hanno potere di vita e di morte su alcune imprese”, come dichiarato dal segretario di Stato al digitale Lemaire.

Lo studio sulla neutralità delle piattaforme Internet consegnato nel fine settimana è stato commissionato al Cnn un anno fa dai ministeri francesi dell’Economia, del Reindirizzamento produttivo e dell’Economia digitale in seguito ad alcuni fatti, come le modifiche dell’algoritmo di Google, “che ha prodotto conseguenze economiche pesanti per alcune imprese”, scrive oggi Les Echos. Un altro esempio: Apple ha rifiutato l’accesso al suo negozio online a certe applicazioni come la francese Appgratis.

Google è stata dunque l’origine principale della riflessione del Cnn, ma l’indagine si è allargata a tutte le piattaforme Internet la cui tendenza, si legge nel rapporto del Conseil, è “la formazione di un gruppo di grandi ambienti funzionanti in silos separati e che cercano l’autosufficienza”.

Lo studio raccomanda perciò la creazione di agenzie di sorveglianza per valutare il comportamento dei grandi player del web in materia di trattamento dei dati, di interoperabilità, di trasparenza del funzionamento e di informativa agli utenti. Queste agenzie potrebbero essere costituite da attori pubblici o privati e appoggiarsi alla comunità dgli utenti in una logica di “crowdsourcing”, dice ancora la Cnn.

“Il modello di funzionamento di questi colossi si poggia sulla reputazione. L’unica leva che possiamo azionare e che può davvero spaventarli è la fiducia dei loro utenti”, afferma Francis Jutand, direttore scientifico dell’Institut Mines Télécom e membro del Cnn, a capo del gruppo di lavoro sulla neutralità delle piattaforme Internet.

La Lemaire ha già annunciato l’avvio di una concertazione per definire le competenze di queste agenzie di sorveglianza. Ma questa misura non sarà sufficiente: il Cnn consiglia anche di percorrere altre vie, a cominciare da un’azione europea comune sulla questione. “Nel momento in cui gli Stati Uniti fanno passi indietro sulla neutralità, sarà sempre più cruciale che l’Europa prenda posizione”, sottolinea Axelle Lemaire. L’obiettivo è d’integrare la riflessione sulla neutralità nelle priorità della riunione della Commissione europea in autunno. E non finisce qui: la Francia vuole mettere la questione sul tavolo anche nei prossimi incontri per il trattato transatlantico.

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