DIGITAL TRANSFORMATION

La guerra dei contenuti, esercenti contro Netflix: “Servono nuove regole”

Il circuito di sale cinematografiche UniCi chiude l’accesso ai film del gruppo Usa: “Nessuna crociata contro le piattaforme streaming. Ma vanno tutelati principi basilari per rilanciare il grande schermo”

Pubblicato il 09 Ott 2018

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Sale la tensione tra il cinema “classico” e le piattaforme di streaming. E contro Netflix gli esercenti cinematografici italiani ora scendono sul piede di guerra: il circuito UniCi annuncia che chiuderà l’accesso ai film del gruppo Usa che fa dell’attacco al sistema-sale cinematografiche uno dei baluardi della propria strategia di espansione: “In attesa di nuove regole, le nostre sale non proietteranno film in contemporanea con Netflix“. La trasformazione rappresentata da Netflix, e più in generale dalla distribuzione online, sta cambiando radicalmente la fruizione dei prodotti cinematografici e senza che, “a fronte di questo evidente cambiamento, sia stato aperto un confronto che portasse a una seria regolamentazione. Per tutelare il grande schermo, però, è necessario definire una serie di punti che normino chiaramente il rapporto tra la sala cinematografica, gli altri operatori del settore e le nuove piattaforme streaming” dice il presidente del circuito Andrea Malucelli -. Ma servono regole e condizioni che ora  mancano”. E invia tutti i player alla stesura di una Carta del Cinema a difesa del settore. “Non siamo contro nessun operatore e la nostra non è in alcun modo una crociata contro Netflix“, aggiunge Malucelli. “Ben vengano i suoi prodotti seriali e i suoi film. Crediamo però che solo tenendo saldi alcuni basilari principi di garanzia si possano rispettare realmente tutti i soggetti in campo e garantire un rilancio del nostro mercato. Uno su tutti il rifiuto dell’uscita contemporanea dei film su differenti canali distributivi, continuando a rispettare così le finestre destinate alle sale”.

Non è la prima volta che la piattaforma di streaming si trova al centro di conflitti con i player della filiera “tradizionale” del cinema. Il primo allarme è stato lanciato dal Festival di Cannes: il direttore aveva negato alla società guidata da Reed Hastings – che rifiutava la distribuzione dei propri film in sala puntando unicamente sull’online – la partecipazione al concorso. Una presa di posizione forte contrapposta a quella del Festival del cinema di Venezia che da sempre ha dimostrato apertura nei confronti della nuova piattaforme: al punto che l’edizione 2018 della Mostra è stata vinta proprio da un film targato Netflix, “Roma”, di Alfonso Cuaròn. E ha riservato spazio al film italiano “Sulla mia pelle” distribuito in contemporanea sia su Netflix che nelle sale.

Non basta: ieri Netflix ha confermato che a Natale il “cinepanettone” “Natale a 5 Stelle” (scritto da Enrico Vanzina e diretto da Marco Risi) debutterà in dicembre unicamente sulla piattaforma streaming.

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