LA RICERCA

La guerra dei dazi si abbatte sui robot: calano le vendite negli Usa

Il 2019 ha segnato per il Nord America un anno di flessione per le installazioni di impianti industriali automatizzati, con un -16%. Il mercato, che era in crescita costante dal 2015, penalizzato alle tensioni commerciali con la Cina

Pubblicato il 12 Feb 2020

Antonio Dini

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Meno robot nelle fabbriche. Nel 2019 le aziende americane hanno installato meno sistemi robotizzati rispetto all’anno precedente, e per la prima volta dal 2015 rallentano, a causa di una recessione nel settore manifatturiero causata dalla guerra dei dazi con la Cina che sta indebolendo la domanda per i nuovi macchinari robotizzati.

Le consegne, secondo la Association for Advancing Automation, il gruppo di settore con sede ad Ann Arbor nel Michigan, sono scese a 23.758, un calo del 16% rispetto al 2018. Un dato simile, con un calo a 3263 pezzi pari a -25%, è stato registrato anche in Messico. Rimane invece stabile il Canada, con circa 3mila unità consegnate.

Uno dei principali obiettivi della presidenza di Donald Trump è stato quello di far ripartire il settore manifatturiero americano, riportando il lavoro negli Usa dopo che per anni è stato esternalizzato. In questo, osserva la stampa americana, il ruolo dei nuovi sistemi di automazione e della robotica nell’aiutare questa ripartenza è considerevole, dato che permette agli impianti di produzione americani di essere competitivi con il bassissimo costo del lavoro in Cina e in altri paesi in via di sviluppo. Ma questa tendenza pare essere stata superata da un più ampio rallentamento di tutto il comparto manifatturiero.

Secondo Alexander Shikany, vicepresidente della Association for Advancing Automation, il rallentamento dovrebbe durare poco. Gli ordinativi in Nord America per nuovi robot l’anno scorso erano aumentati dell’1,6%, arrivando a 29,998 unità. Uno dei principali driver di ripresa del settore della robotica industriale è il comparto automobilistico, che ha fatto un salto notevole nei volumi degli ordinativi. Secondo Shikany il comparto automobilistico investirà in robot in maniera sostanziale per sostenere la prossima ondata di innovazione nella produzione di automobili con motori elettrici.

General Motors, il più grande produttore americano, ha appena annunciato di aver investito 2,2 miliardi di dollari per la costruzione di un nuovo impianto ad Hamtramck, vicino a Detroit nel Michigan, nel quale realizzare furgoni elettrici e veicoli a guida autonomi.

Hytrol Conveyor, una azienda non quotata di Jonesboro in Arkansas, che produce nastri trasportatori (e che l’anno scorso ha fatturato più di 200 milioni di dollari), non ha rallentato gli investimenti in sistemi robotizzati nel corso del 2019. Con l’esplosione della domanda da parte dei servizi di e-commerce che fanno crescere la domanda delle operazioni all’interno dei centri di logistica, i quali a loro volta richiedono sistemi basati su nastri trasportatori per movimentare le merci, l’azienda ad esempio ha investito 1,9 milioni di dollari per automatizzare la propria catena di montaggio.

Secondo il presidente dell’azienda, David Peacock, Hytrol Conveyor ha capito da tre anni almeno che, senza robot, avrebbe fortissime difficoltà a tenere dietro alla crescita della domanda del mercato.

Questi investimenti per Hytrol Conveyor non si sono tradotti in un taglio di posti di lavoro. Invece, il personale è cresciuto del 18% negli ultimi tre anni, arrivando a 1.300 dipendenti. Il fatturato intanto è cresciuto di quasi il 25%.

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