STRATEGIE

La nuova scommessa di Israele: Gerusalemme polo mondiale dell’hi-tech

Non solo Tel Aviv. Maxi piano di investimenti per trasformare in cinque anni la città santa in una “potenza” dell’innovazione. Riflettori puntati sulle startup e sulla connessione università-imprese. E si fa leva sulla cooperazione internazionale per attrarre talenti da tutto il mondo

Pubblicato il 13 Nov 2017

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Non solo Tel Aviv. Israele allarga gli orizzonti e punta su Gerusalemme. Obiettivo: trasformare la città santa in un polo dell’innovazione in grado di competere con le grandi capitali mondiali dell’hi-tech.

La sfida è ambiziosa ma assolutamente alla portata di un Paese che ha fatto degli investimenti nell’innovazione un asse portante della propria strategia politico-economica al punto da classificarsi al quarto posto mondiale della classifica Nasdaq/Nyse, preceduto solo da Usa, Cina e Canada – economie dal peso “specifico” decisamente maggiore – e al secondo posto della classifica dei Paesi più innovativi al mondo nel 2016 secondo il World Economic Forum.

Il “cantiere” Gerusalemme vanta già numeri importanti: oltre 600 le startup operative nella città, il triplo dal 2012 stando alle rilevazioni messe nero su bianco nel report Startup Genome. Gli investimenti delle aziende hanno già superato il miliardo di dollari. E il Time annovera Gerusalemme fra i cinque tech hub mondiali a più elevato tasso di crescita. La recente acquisizione di Mobileye da parte di Intel per 15,3 miliardi di dollari – pari al 5% del Pil dell’intero Paese – ha fatto inoltre balzare la città santa agli onori della cronaca mondiale: si tratta della maggiore ’“exit” di Israele nel campo del digitale, un successo enorme per la startup nata 10 anni fa da uno spin off dell’Università di Gerusalemme.

Le fondamenta, insomma, sono già posate. Ma è sugli anni a venire che sono puntati i riflettori. “Gerusalemme non è più solo un luogo del passato e della storia, ma è il futuro”, ha detto il ministro per gli Affari Zeev Elkin in occasione dell’incontro, a Gerusalemme, con le startup vincitrici del contest Start Jerusalem 2017 che ha visto coinvolti 35 Paesi– in Italia 3Bees Hive-Tech la startup vincitrice – e con la delegazione internazionale di giornalisti (fra cui la sottoscritta in qualità di membro della giuria del Premio italiano- Corcom il media partner esclusivo della competizione nazionale) invitata nella capitale di Israele per prendere parte agli eventi legati al bootcamp andato in scena dal 5 all’11 novembre. “Sono sempre di più i giovani che scelgono di dare vita alle loro startup proprio a Gerusalemme mentre fino a pochi anni fa era Tel Aviv la città di riferimento- ha continuato il ministro-. E sono certo che di qui ai prossimi cinque anni Gerusalemme diventerà una delle principali mete dell’hi-tech mondiale”.

Determinante la connessione università-imprese: “Vogliamo raddoppiare il numero degli studenti presenti in città e per questo abbiamo messo a punto un piano ambizioso che prevede speciali incentivi per chi si traferirà nella capitale”, ha detto il sindaco della città Nir Barkat in un incontro con la delegazione di giornalisti. Tassazione agevolata anche per le aziende che apriranno sedi e uffici a Gerusalemme e che assumeranno nuovo personale. Già in programma la costruzione di nuovi uffici per 1,6 milioni di mq. “La creazione dell’ecosistema è determinante per il nostro piano che punta a fare leva su Gerusalemme per spingere l’economia di tutto il Paese”.

E determinante sarà anche la cooperazione internazionale: “Negli ultimi cinque anni il ministero degli Affari Esteri, attraverso le ambasciate nei vari Paesi e i partner locali, ha supportato oltre 150 imprenditori per lo sviluppo di iniziative in Israele. E continueremo su questa strada”, ha detto Noam Katz, Deputy Director General for Public Diplomacy.

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