CLASSIFICHE

La peggior password dell’anno? “123456”

Nella lista pubblicata ogni anno da SplashData il codice numerico ha spodestato in prima posizione la parola “password”. “Iloveyou” conquista due posizioni dal 2012. Il Ceo Morgan Slain: “Mai ideare credenziali attinenti ai nomi dei siti o delle applicazioni a cui si accede”

Pubblicato il 20 Gen 2014

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Cambio della guardia in cima alla lista delle password più comuni online. Se fino al 2012 in testa alla chart c’era proprio la parola “password”, che è di sicuro un’assicurazione contro i più ostinati vuoti di memoria, ma pure un invito a nozze anche per gli hacker più sprovveduti, dal 2013 la medaglia d’oro passa a “123456”, relegando “password” al secondo posto.

Sono i risultati della rilevazione annuale di SplashData sulle 25 parole segrete più diffuse in rete. Secondo i tecnici di SplashData la classifica di quest’anno è stata molto influenzata da un gran numero di password provenienti da utenti Adobe dopo la violazione alla sicurezza degli account che si era verificata nel corso dell’anno: “Password come ‘adobe123’ e ‘Photoshop’ (all’undicesimo e al quindicesimo posto) sono un campanello d’allarme che ci ricorda di non ideare la password in relazione al nome del sito o dell’applicazione a cui si vuole accedere”, afferma Morgan Slain, ceo di SplashData.

“La lista – si legge in una nota pubblicata dall’azienda di Los Gatos, in California, specializzata in applicazioni per la gestione delle password – dimostra ancora una volta che molte persone continuano a mettersi a rischio utilizzando parole segrete deboli o facilmente intuibili”.

“Un altro aspetto interessante della lista di quest’anno – continua Slain – è che si diffondono sempre più le stringhe di pochi numeri, nonostante i siti Web stiano progressivamente adottando regolamenti più restrittivi in questo campo”.

“Come sempre – conclude Slain – la nostra speranza è che rendere pubblico quanto sia rischioso usare password deboli possa incoraggiare gli utenti a iniziare a prendere piccole precauzioni per proteggersi, ideando password migliori, e soprattutto password differenti per siti differenti”.

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