LE MISURE

Gli Usa all’attacco della web tax francese: controdazi per un danno a nove zeri

L’amministrazione Trump reagisce alla tassa del 3% sulle big tech americane: in arrivo imposte per 1,3 miliardi di euro sui prodotti di punta d’Oltralpe a partire da moda e cosmetici

Pubblicato il 13 Lug 2020

A. S.

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I prodotti francesi più importati negli Stati Uniti verranno pesantemente tassati dall’amministrazione Trump al momento del loro ingresso sul mercato americano, per un ammontare complessivo che può essere approssimato attorno al miliardo e trecento milioni di dollari. E’ la decisione presa dagli Usa dopo che la Francia aveva nelle scorse settimane deciso di imporre una “tech tax” sui prodotti e sui servizi digitali che le grandi compagnie statunitensi vendono nel Paese europeo. Tra i prodotti presi di mira dal provvedimento ci potrebbero essere alcuni dei simboli dell’export francese nel mondo, come le borse di lusso e i cosmetici, mentre rimarrebbero esclusi dai nuovi dazi i vini e i formaggi.

Secondo quando confermato da fonti interne all’amministrazione fiscale Usa, le nuove tasse potrebbero però essere messe a punto in modo da entrare in vigore tra 180 giorni, lasciando così sei mesi di tempo alla diplomazia per ricomporre il contenzioso senza che inizi una vera e propria guerra commerciale tra i due Paesi.

La decisione francese è arrivata con l’obiettivo di prevenire che le tech companies d’oltreoceano potessero “giocare” sulle diverse aliquote fiscali in vigore nei diversi stati Ue, guadagnando dal fatto di stabilire i propri quartier generali nei Paesi dove l’imposizione fiscale è più bassa. Ma l’amministrazione Trump ha interpretato questa decisione come un modo per prendere di mira alcune grandi società statunitensi forti sui comercati europei come Amazon e Google, e per questo ha deciso di reagire.

L’imposta decisa dal Paese guidato da Emmanuel Macron prevede una tassa annuale del 3% sul fatturato registrato in Francia dalle digital company il cui giro d’affari supera i 750 milioni di euro su scala  globale e i 25 milioni di euro in Francia. Proprio il fatto che la tassazione sia decisa in bae al fatturato e non ai profitti è stato un altro elemento che ha scatenato la reazione americana.

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