IL CASO

La stretta di Mosca: su smartphone e pc solo software pre-installati nazionali

Approvata dalla Duma una proposta di legge che vieterebbe da luglio 2020 la vendita di apparecchiature elettroniche senza piattaforme russe. L’ultima parola spetta al Senato

Pubblicato il 22 Nov 2019

Russia-Mondiali-18

La Duma ha approvato ieri una proposta di legge che vieta la vendita di apparecchiature elettroniche come smartphone e computer se non vi sono preinstallati dei software ‘Made in Russia‘. Il progetto deve ancora essere esaminato dal Senato e poi approvato da Putin, ma si prevede che entrerà in vigore già il prossimo luglio. Il governo stabilirà un elenco completo dei gadget interessati e del software di fabbricazione russa che deve essere preinstallato.

La proposta non impedisce la vendita di apparecchi con applicazioni straniere, ma oltre a questi dovranno esservi installati anche i software russi. Alcuni osservatori temono che in questo modo le autorità possano aumentare il proprio controllo sugli utenti. I promotori del progetto di legge invece insistono che l’intenzione è quella di sostenere le tecnologie russe, rendendo più facile per le persone nel paese l’utilizzo dei device che acquistano. Uno dei coautori del disegno di legge, Oleg Nikolayev, ha spiegato come l’iniziativa potrebbe aiutare gli utenti russi. “Quando acquistiamo dispositivi elettronici complessi, hanno già diverse applicazioni, principalmente occidentali, preinstallate”, ha detto Nikolayey all’agenzia di stampa Interfax citata dalla Bbc. “Naturalmente, quando una persona li vede potrebbero pensare che non ci siano alternative nazionali disponibili. Quindi offrendo agli utenti, oltre alle applicazioni preinstallate, anche quelle russe daremo loro il diritto di scegliere”.

Il dubbio dell’associazione Ratek

Ma l’Associazione delle società che producono e vendono elettrodomestici e dispositivi informatici (Ratek) ritiene che su alcuni apparecchi non sia possibile installare i software locali e temono che alcune aziende internazionali decidano di abbandonare il mercato russo.

La legge arriva poche settimane dopo che il Paese ha introdotto nuovi controlli su Internet attraverso la sua legge “Internet sovrano”, che a sua volta segue a ruota l’approvazione negli ultimi cinque anni di regole su Internet più severe, tra cui la richiesta ai motori di ricerca di eliminare alcuni risultati di ricerca e il ricorso a servizi di messaggistica per condividere chiavi di crittografia.. In teoria, la legge conferisce ai funzionari ampi poteri per limitare il traffico sul web russo. Il Cremlino afferma che migliorerà la sicurezza informatica, ma i critici temono che il governo proverà a creare un firewall Internet simile a quello in Cina.

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