TRAVEL

Airbnb, addio al business in Toscana?

Per gli affitti sopra i 3 mesi obbligo di partita Iva. Tutte le locazioni dovranno essere comunicate ai Comuni. Il presidente Rossi: “Regole chiare e puntuali a tutela degli imprenditori del settore”. Testo unico approvato in Giunta, ora la palla al Consiglio Regionale

Pubblicato il 14 Ott 2016

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Nuove regole in Toscana sulla locazione turistica. A stabilirle è il testo unico suo turismo, approvato in Giunta e in procinto di essere discusso in Consiglio regionale. Si tratta in pratica di una stretta sulle attività di home sharing, come nel caso di Airbnb: chi cederà a terzi appartamenti o stanze in locazione, infatti, avrà l’obbligo di comunicarlo al proprio Comune di appartenenza con tutti i dettagli del caso: modalità della locazione, durata e numero di ospiti, come già succede per le strutture alberghiere. Chi tra questi poi affitterà per più di 90 giorni in un anno, come stabilito dalla legge nazionale del 2011, sarà classificato come “attività imprenditoriale”, con tutte le conseguenze organizzative e fiscali del caso, come la necessità di aprire una partita Iva e di applicare la tassa di soggiorno. In precedenza l’obbligo non era in vigore se non, per motivi di sicurezza, nel caso in cui gli ospiti si fermassero nello stesso posto per più di 30 giorni.

Il limite dei 90 giorni è stato adottato per distinguere chi cede i posti letto saltuariamente, ottenendone soltanto un’integrazione al proprio reddito, e chi ne trae un introito più sostanzioso o addirittura “primario”. L’aspetto discriminante, quindi, non sarà il numero delle camere che si affittano, quanto la durata dell’attività. Questa è la novità più rilevante rispetto alla precedente formulazione del testo, che era meno indigesta per i gli host di Airbnb, stimati in più di diecimila nella sola Firenze: l’attività imprenditoriale si sarebbe infatti configurata soltanto nel caso che la stessa persona avesse reso disponibili all’affitto più di tre appartamenti.

Escluse dalla misura saranno, secondo la proposta varata dalla giunta di Enrico Rossi, le case al mare nel caso in cui vengano affittate 15-20 giorni nel corso di un anno, su cui i Comuni potranno decidere caso per caso se applicare la tassa di soggiorno. La legge amplia inoltre la possibilità di somministrazione di cibi e bevande rivolta al pubblico degli alberghi. Una volta presa in esame e approvata dal Consiglio regionale, la Regione avrà 180 giorni di tempo dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale per emanare il regolamento attuativo.

“Con questo testo abbiamo compiuto un grande sforzo di semplificazione e di omogeneizzazione, con regole chiare, trasparenti e puntuali nell’interesse di tutti gli imprenditori del settore – afferma Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana – Abbiamo pensato alle necessità degli operatori, alle prese con un mercato profondamente mutato, ai diritti dei turisti, ma anche dei cittadini che vivono nelle realtà che più risentono della pressione delle presenze turistiche. Il turismo è una risorsa fondamentale dell’economia toscana, che va valorizzata rispettando gli equilibri complessivi della nostre città e dei nostri territori”.

“La legge attualmente in vigore dal 2000 – aggiunge l’assessore al turismo e alle attività produttive Stefano Ciuoffo – andava profondamente innovata per adeguarsi alle trasformazioni dell’offerta, della gestione e del prodotto turistico avvenute in questi 16 anni, ma anche delle modalità nuove di pensare e organizzare un viaggio, basti pensare alle prenotazioni on-line o nuove forme di commercializzazione delle locazioni private e alla cosiddetta sharing economy. C’era un vuoto normativo che, se da un lato determinava la libertà del mercato, dall’altro, comportava un’assenza di norme di inquadramento generale nel sistema. Puntiamo a definire il modello di sviluppo per il settore, la sostenibilità del suo impatto economico e delle trasformazioni attiene ai singoli territori”.

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