LA PROPOSTA

L’appello dei Copernicani: “Un ministro e una commissione per il Digitale”

L’associazione presieduta da Ivan Catalano chiede che il prossimo esecutivo affidi a un apposito dicastero la delega all’Innovazione: “Bene il lavoro del commissario Piacentini e di Agid. Ora bisogna andare avanti per non perdere il treno dello sviluppo”

Pubblicato il 18 Mag 2018

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Un ministro e una commissione parlamentare per il Digitale. È l’appello lanciato da Copernicani, associazione di ricercatori, imprenditori e politici che ha fatto della spinta all’innovazione del Paese la sua missione.

L’associazione guidata da Ivan Catalano, ex deputato e membro dell’intergruppo per l’innovazione tecnologica, si rivolge alle forze politiche al momento al lavoro sulla formazione del futuro governo. E chiede che il prossimo esecutivo includa tra i suoi esponenti un ministro con delega all’Economia Digitale e all’Innovazione. Lo stesso appello è rivolto anche al Parlamento uscito dalle elezioni dello scorso 4 marzo, affinché Camera e Senato istituiscano una commissione permanente che si occupi di queste tematiche.

“L’innovazione è tra i punti più rilevanti e distintivi dell’agenda politica dei governi e dei Parlamenti dei principali Paesi europei”, si legge nel documento stilato da Copernicani.  In Italia non esiste una struttura parlamentare apposita né un dicastero dedicato. Nel 2016 è stato istituito un Team per la trasformazione digitale presso la presidenza del Consiglio, con la nomina di Diego Piacentini a commissario straordinario del governo per l’attuazione dell’Agenda Digitale per due anni. “Un lavoro egregio”, secondo Catalano, ma non ancora sufficiente.

“Troppo spesso queste questioni sono sparpagliate nelle competenze dei ministeri senza avere uno specifico riferimento. Nella scorsa legislatura Agid con il supporto politico dei parlamentari dell’intergruppo innovazione ha portato questo Paese un po’ più avanti sui temi legati alla digitalizzazione della pa, ma quello che oggi serve – continua il presidente di Copernicani – è un approccio strutturale alle opportunità che la digitalizzazione dell’economia sta portando in Europa e nel mondo. Non possiamo perdere nuovamente il treno”. I sottoscrittori dell’appello portano ad esempio quel che accade nel resto del Vecchio continente. La Francia ha un ministro dell’Educazione, della ricerca e dell’innovazione, la Germania un ministro per gli Affari digitali, il Regno Unito un ministro per Digitale, cultura, media e sport. In Spagna c’è un sottosegretario al ministero dell’Economia per lo Sviluppo e l’innovazione.

“Un ministro con le competenze giuste, che gode di una autorevolezza nel settore, può portare il Consiglio dei ministri a occuparsi di temi, partecipando alla scrittura dei testi normativi”, conclude Catalano. Il cambiamento da più parti auspicato, dicono gli autori dell’appello, “passa da riforme e politiche rivolte al futuro”.

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