Non è ancora il primo segnale di uscita dell’ICT dalla crisi ma poco ci manca: certo è una preliminare boccata di ossigeno per un mercato da anni in affanno. Si presenta così il rapporto 2014 dell‘Osservatorio Competenze Digitali (Agid, Assinter, Assintel, Assinform), illustrato oggi pomeriggio alla Camera.
I dati dicono che ci sono 539.483 lavoratori nel settore (tra addetti regolari e atipici), con un saldo 2013 fra assunzioni e uscite appena negativo e quindi sostanzialmente stabile. Le retribuzioni finalmente recuperano potere d’acquisto, crescendo più dell’inflazione. Resta un aspetto negativo: le aziende faticano a trovare competenze digitali adeguate, sia tra i neo assunti sia tra per posti di manager o senior. Paradossalmente, c’è anche un calo della formazione dei dipendenti.
Lo “skill gap” è un problema ormai riconosciuto a livello istituzionale e così si spiega anche un’altra novità di questo rapporto: è frutto di una quadruplice “alleanza”- Agenzia dell’Italia Digitale, Assinform, Assintel e Assinter- “nata per dare un supporto coeso alla strategia digitale del Paese”, si legge nella nota che accompagna l’Osservatorio.
“Lavorare uniti per un obiettivo comune è l’idea forte che emerge da questo progetto”, spiega infatti Giorgio Rapari, presidente di Assintel”. “Siamo riusciti ad attivare un dialogo fra Pubblico e Privato nell’ICT sul terreno comune della valorizzazione delle competenze digitali, fattore strategico per la vera evoluzione del nostro mercato. Ora occorre cambiare le regole del gioco affinché vengano coinvolte attivamente le PMI diffuse sul territorio, che sono spesso il vivaio delle competenze più innovative”.
“E’ in atto una profonda trasformazione dei modi di produrre e fare sistema, basata proprio sulle tecnologie digitali. È un fenomeno inarrestabile. Allineare le competenze digitali disponibili a fabbisogni in continuo divenire è oramai condizione essenziale per fare impresa e creare occupazione”. Sono queste le considerazioni di Agostino Santoni, presidente di Assinform che ha anche sottolineato come “Un Osservatorio che permetta di cogliere i trend e la continua trasformazione di profili ICT è uno strumento di job-intelligence oramai indispensabile. Per le aziende dell’ICT, per le imprese di tutti i settori che innovano con il digitale, per chi nelle Istituzioni e nelle imprese, si impegna nella valorizzazione del capitale umano, e per chi ha capito che l’IT oramai pervade tutte le figure professionali chiave”.
“E’ necessario partire dalle persone e dalle loro capacità e competenze per rilanciare il futuro del Paese” aggiunge la presidente di Assinter Clara Fresca Fantoni “ed il settore ICT deve essere, per vocazione e prospettive, in prima linea nel proporre una visione chiara e supportata da dati di contesto certi. Per questo costituire alleanze inedite e precompetitive, come quella avviata con l’Osservatorio delle Competenze Digitali, crediamo sia la strada giusta per raggiungere quei comuni obiettivi di sistema che stimoleranno il cambiamento, nel mercato, nella pubblica amministrazione e nella nostra società”.
In Italia mancano all’appello dai 60 mila ai 100 mila professionisti ICT, per soddisfare le esigenze del mercato, secondo una stima della Commissione europea. Per questo motivo è nata a giugno la Coalizione Nazionale sui “Digital Jobs”, promossa da Agid e il progetto europeo Watify.
DATI SU RETRIBUZIONI
I segnali positivi sul fronte retributivo, uniti a un’inflazione stabilmente bassa (+1,2%), fanno recuperare potere d’acquisto ai lavoratori delle aziende ICT, in particolare agli Impiegati (+2,7%, € 27.333) e ai Quadri (+3,1%, € 52.468), mentre la categoria Dirigenti è in flessione del -0,2% (€ 98.803). I tre maggiori incrementi si sono visti nei Responsabili Commerciali (Quadri, +9,3%), nei Key Account Manager (Impiegati, +8,3%) e nei Tecnici ERP (+7,8%).
E’ in lieve crescita l’utilizzo della retribuzione variabile: viene erogata al 66,4% dei Dirigenti (incide per il 16,3% della retribuzione fissa), al 52,6% dei Quadri (incide per il 10,6%), al 23% per gli Impiegati (incidenza 23%). Andando più nel dettaglio dei risultati qualitativi della survey, emerge che essa è nella metà dei casi legata al raggiungimento di obiettivi, mentre per un terzo dei casi è discrezionale. A fianco di ciò, le aziende prevedono pacchetti benefit oltre a quanto previsto da contratto, in particolare per Manager (70,8%) e Professional (61,3%), legati soprattutto al fattore “mobilità” (portatili, smartphone, tablet, auto aziendale).
SVILUPPO E FORMAZIONE
Un’impresa ICT su due non ha un sistema formale di valutazione delle prestazioni dei propri dipendenti: ciò è tanto più vero quanto più piccola è la sua dimensione, e il dato è preoccupante, visto che il 95% delle aziende ICT ha meno di 9 addetti. La valutazione è centrata sulle competenze trasversali e gestionali per i Manager (57,5%) e su quelle specialistiche per i Professional (56,5%) e i neo assunti (81,1%).
La formazione è in continuo calo per problemi di budget (oltre la metà dei casi), oltre che per la difficoltà a trovare corsi in linea con le esigenze aziendali (per un terzo dei casi). E’ utilizzata come leva per trattenere prevalente i neo assunti nel 25,5% dei casi. L’altra principale leva per trattenere in azienda è l’ambiente di lavoro, prima in assoluto per tutte le seniority.
RECRUITING: COSA, COME, DOVE
Il recruiting dei Manager avviene utilizzando il proprio network professionale/personale (43,4% dei casi), executive search (34%) e linkedin (29,2%). Per i Professional sale l’uso di linkedin (45,3%) accanto al network professionale (49,1%) e al sito aziendale (43,4%). Diversa la situazione di ricerca per i neo: al primo posto il contatto con scuole e università (53,8%) a cui segue il sito aziendale (51,9%) e le auto candidature (35,8%).
Lo scollamento fra le esigenze aziendali e le competenze sviluppate nel percorso di studi è la prima difficoltà di reclutamento di nuovi assunti per la metà delle aziende ICT. La mancanza sul mercato di professionalità specifiche è al primo posto per Manager (55,7%) e Professional (64,2%).
Ecco i tre ruoli strategici più richiesti: Account Manager (55,7%), Project Manager (50%), ICT Consultant (34%).
Ed ecco i tre più difficili da reperire: Account Manager (35,8%), Software Developer (22,6%), Business Analyst (21,7%). Difficili da trovare sul mercato anche i Mobile Application Developer per gli Hardware Vendor (60%) e gli ICT Security Manager per le aziende di Digital Solutions (44,4%).
RIFORMA FORNERO: IL BILANCIO DELLE IMPRESE ICT
A fine 2013 i tempi erano maturi per un bilancio della Riforma Fornero: ininfluente, ecco come è stata valutata dal 58,5% delle aziende campione; o negativa, in quanto ha portato ad un aumento dei costi nella gestione della flessibilità in entrata (22,6% aziende, con punte del 50% per le grandi aziende). E’ inoltre grandemente fallito l’obiettivo di stabilizzare le forme contrattuali flessibili (solo il 10,4% è stato trasformato in contratti a tempo indeterminato).