LA CLASSIFICA CNBC

Le 50 disruptor company 2023: al primo posto OpenAI

Riflettori sulle aziende che hanno colto le maggiori opportunità di mercato e che stanno crescendo nonostante il difficile contesto macroeconomico. Raccolti oltre 54 miliardi di dollari di capitale di rischio, la valutazione è di 362 miliardi

Pubblicato il 09 Mag 2023

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OpenAI, quindi Brex, Canva e Relativity Space. Sono i “Fab Four” della classifica Disruptor 50, giunta quest’anno all’undicesima edizione, con cui Cnbc mette in evidenza le 50 società private che stanno inseguendo alcune delle maggiori opportunità del mercato e stanno crescendo nonostante il difficile contesto dei mercati dei capitali e il rallentamento dell’economia.

Secondo i dati di PitchBook e delle aziende, i 50 nomi selezionati in base alla metodologia proprietaria Disruptor 50 hanno raccolto oltre 54 miliardi di dollari in capitale di rischio, con una valutazione implicita Disruptor 50 di oltre 362 miliardi di dollari.

Ben 35 unicorni in classifica

Almeno 35 nomi presenti nella classifica sono unicorni, con valutazioni di 1 miliardo di dollari o più (12 hanno un valore superiore a 10 miliardi). Poiché molte delle startup più quotate hanno visto le valutazioni sotto pressione, l’elenco di quest’anno ha identificato anche molte aziende più giovani che stanno testando idee innovative nelle fasi iniziali della loro carriera di raccolta fondi.

Molte delle 50 aziende Disruptor hanno uno scopo sociale o ambientale alla base del loro modello di business, tra cui il cambiamento climatico, lo sviluppo sostenibile, l’assistenza sanitaria, le iniquità finanziarie e l’inefficienza della catena di approvvigionamento globale. Inoltre 13 delle Disruptor di quest’anno hanno un fondatore donna, mentre 14 hanno amministratori delegati appartenenti a minoranze etniche e razziali.

OpenAI: persi 540 milioni di dollari nel 2022 a causa di ChatGpt

Emerge intanto che la numero uno della classifica, OpenAI, l’azienda che sviluppa il linguaggio di intelligenza artificiale alla base di ChatGpt, ha perso 540 milioni di dollari nel 2022. La cifra, apparsa sul sito The Information, indica che gran parte della flessione deriva propri dall’impegno profuso dall’organizzazione nella finalizzazione di ChatGptOpenAI, all’inizio di quest’anno, ha ricevuto da Microsoft un forte investimento, pari a circa 10 miliardi di dollari. Ma il big dell’hi-tech non è nuovo a supportare l’organizzazione: l’aveva finanziata già tra il 2019 e il 2021 con 1 miliardo di dollari. Come spiega The Information, gli alti costi derivano dal potere di calcolo dei computer necessari al funzionamento e all’elaborazione dei dati per i cosiddetti Llm, i “large language model”, i modelli linguistici che donano a progetti come ChatGpt la capacità di comprendere il linguaggio umano e rispondere in maniera conversazionale.

Un analista ricorda che solo ChatGpt “costa” a OpenAI circa 700 mila dollari al giorno. A febbraio, OpenAI ha lanciato un canone in abbonamento, chiamato ChatGpt Plus, per cercare di fare cassa. Tuttavia, difficilmente i 20 dollari al mese richiesti ad ogni iscritto al servizio riusciranno a sanare il debito.

Attesi finanziamenti per altri 100 miliardi di dollari nei prossimi anni

Il ceo di OpenAI, Sam Altman, ha affermato che l’azienda potrebbe raccogliere altri 100 miliardi di dollari in finanziamenti nei prossimi anni, cavalcando l’interesse per il tema AI, soprattutto in vista del lancio di una nuova generazione di ChatGpt. L’attesa è per l’intelligenza artificiale generale (Agi), un modello talmente avanzato da rendersi indistinguibile da una controparte umana nelle opportunità di interazione e padronanza della conversazione. Il diretto concorrente di OpenAI, Google, sta sviluppando il suo software AI dal nome Bard, che potrebbe richiedere a Big G una spesa fino a dieci volte maggiore quella dedicata al funzionamento della ricerca web attuale.

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