Le imprese italiane “dimenticano” l’innovazione, parola di Istat

Nel triennio 2012-2014 diminuisce di oltre il 7% la propensione innovativa delle aziende. Ma l’e-commerce comincia a marciare: vale il 9% del fatturato complessivo. Banda larga per il 94% degli imprenditori. Ecco i dati dell’Annuario 2015

Pubblicato il 29 Dic 2016

F.Me

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Le imprese italiane hanno dimenticato l’innovazione. Secondo l’Annuario 2015 dell’Istat, nel triennio 2012-2014 sono il 44,6 per cento del totale le imprese con 10 o più addetti che hanno svolto attività d’innovazione, cioè attività finalizzate all’introduzione di nuovi prodotti, processi, modalità organizzative o di marketing. Rispetto al triennio precedente (2010-2012) diminuisce sensibilmente (-7,3 punti percentuali) la propensione innovativa delle imprese.

Gli innovatori di successo, cioè le imprese che hanno portato a termine le loro attività innovative con l’introduzione di almeno un’innovazione di prodotto o di processo sul mercato o al proprio interno, sono il 28,5 per cento delle imprese che hanno svolto attività di innovazione. Le imprese italiane con almeno 10 addetti che nel 2015 dispongono di una connessione ad Internet sono il 97,7 per cento, il 94,4 per cento ha unaconnessione in banda larga (fissa o mobile) e il 70,7 per cento è presente sul web con una home page o un sito internet.

Nel corso del 2014 il 41,6 per cento delle imprese italiane con almeno 10 addetti ha effettuato commercio elettronico ricavando da esso il 9,2 per cento del fatturato complessivo, mentre sono il 37,3 per cento del totale le imprese italiane che hanno utilizzato almeno un social network.

Nel 2014 la spesa totale per R&S sostenuta in Italia da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università sfiora i 22,3 miliardi di euro, in aumento, rispetto all’anno precedente, del 6,2 per cento. La spesa cresce intutti i settori istituzionali: del 7,5 per cento nelle imprese, del 5,5 per cento nelle istituzioni private non profit, del 6,5 per cento nelle università e dello 0,8 percento nelle istituzioni pubbliche. Il personale impegnato in attività di ricerca (espresso in termini di unità equivalenti a tempo pieno) è pari a 249.466,8 unità, in crescita, rispetto al 2013, dell’1,1 per cento; ad aumentare è il personale delle istituzioni private non profit (+7,2 per cento) e delle imprese (+3,6 per cento), mentre si registra un calo del personale delle università (-2,3 per cento) e delle istituzioni pubbliche (-1,3 per cento).

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