IL REPORT MEDIOBANCA

Le Web company continuano a crescere: +20% nell’anno del Covid. Ma l’Italia resta fuori

L’elettronica registra un +5,4%. Tlc e e-payment tengono testa chiudendo in pari ma aumentando gli investimenti. La classifica delle best performer premia America e Asia. Europa in calo e il nostro Paese registra il peggior dato: -29%. Pesa la mancanza di grandi operatori della new economy e dell’hi-tech

Pubblicato il 30 Mar 2021

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È stato un anno eccezionale il 2020 per i colossi del Web&Soft che hanno registrato una crescita del 19,5%. Ed è andata bene anche al comparto dell’elettronica, che ha chiuso l’anno della pandemia con un +5,4%. È quanto emerge dallo studio – a firma dell’Area Studi di Mediobanca – sull’impatto del Covid-19 sui bilanci annuali 2020 di quasi 200 grandi multinazionali, con fatturato annuale superiore a 3 miliardi di euro, ricavi complessivi pari a oltre 8mila miliardi e 21 milioni di occupati a livello globale. (QUI LO STUDIO COMPLETO)

L’Italia in grande sofferenza, è il Paese che perde di più in Europa

Le Web&Soft si piazzano prime in classifica, seguite a distanza da Gdo (+8,5%), e dall’Alimentare (+7,9%). Le case farmaceutiche si piazzano al quinto posto, con il +3% dopo il quarto dell’elettronica. Le Telecomunicazioni e l’industria dei Pagamenti Digitali mostrano una certa resilienza, con ricavi tendenzialmente stabili (rispettivamente -0,6% e -0,7%). Ma il comparto dei pagamenti digitali registra la contrazione sull’ebit margin più elevata nel 2020 (28,7%; -5,7 punti percentuali sul 2019).

Riguardo agli investimenti in forte progressione quelli delle WebSoft (+32,3%), seguiti a distanza da quelli del settore Pagamenti Digitali (+11,9%). Aumentano anche gli investimenti dei gruppi dell’Elettronica (+6,7%) e delle Telecomunicazioni (+2,3%). Avanzano le aziende cinesi (+11,2%) – la Cina è già tornata su livelli d’attività pre-crisi – mentre a subire il più duro contraccolpo sono le aziende europee (-14,5%) e l’Italia è l’ultima della classe (-29%) per l’assenza di grandi operatori nella new economy e nell’high tech.

Le Web&Soft mettono il turbo alle assunzioni: +29,6%

“Nonostante l’importante contrazione nel numero di ore lavorate nel 2020, la generale adozione di misure volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e la ripresa economica in Cina hanno evitato un crollo generale del numero degli occupati a livello mondiale”, evidenzi Mediobanca. La forza lavoro delle maggiori multinazionali è in leggero aumento rispetto al 2019 (+1,5%), sulla scia delle assunzioni effettuate dalle WebSoft (+29,6%) in parallelo all’espansione dei propri volumi d’affari. “Escludendo questo settore, dominato dai colossi statunitensi e cinesi, la forza lavoro complessiva diminuirebbe mediamente dell’1,3%. I gruppi americani, trainati dalle bigh tech, aumentano i propri dipendenti del 7,1%, le multinazionali con sede in Europa chiudono al -0,9%, i gruppi italiani al -4,0%”

Capitalizzazione di borsa: l’elettronica a +41,9%

Dopo le perdite del primo trimestre 2020, la capitalizzazione complessiva delle maggiori multinazionali al 26 marzo 2021 è superiore del 15,4% rispetto alle quotazioni di fine 2019. In corsa le multinazionali dell’Elettronica (+41,9%) e le WebSoft (+37,4%). L’annuncio nello scorso novembre del primo vaccino anti-Covid ha premiato anche i settori pro-ciclici, in particolar modo l’Automotive (+39,0%) sebbene le vendite del settore non abbiano ancora invertito la rotta. In calo a doppia cifra le performance di Borsa per i produttori di aeromobili (-25,6%), per i colossi dell’Oil&Gas (-13,9%) e per le multinazionali delle Bevande (-10,1%).

Per l’Oil&Gas il peggior crollo della storia

A guidare la classifica dei settori in perdita è l’Oil&Gas, che lascia sul terreno il 32,9%; a seguire i produttori di aeromobili (-26,8%), i gruppi della moda (-17,3%) e dell’automotive (-12,1%). A livello geografico, pressoché invariati i ricavi delle multinazionali dell’area Asia Pacifico e di quelle localizzate nelle Americhe.

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