INTERNET OF THINGS

Libertà di impresa e libertà di accesso le colonne dell’Industry 4.0

Reti ultraveloci e regole sulla privacy sono la condizione minima per sostenere lo sviluppo dell’Internet of things. La protezione da frodi e cyberisk è sempre più strategica. La rubrica di Rocco Panetta

Pubblicato il 08 Apr 2016

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La stagione storica che stiamo vivendo appartiene al novero di quelle epocali. Nell’arco di alcuni mesi andrà a regime sia la strategia messa in campo dal nostro Governo per l’introduzione della banda ultralarga su vasta scala, sia la nuova disciplina in materia di libera circolazione e protezione dei dati personali. Due eventi attesi ed annunciati nell’ultimo triennio a più riprese e forieri, a vario livello, di polemiche, aspettative, illusioni, delusioni e talune certezze. Un dato è certo: il processo per entrambe non può più essere fermato.

Entrambe le riforme non appartengono solo all’Italia, ma derivano dalle decisioni e dai compromessi comunitari e soffrono e godono, al tempo stesso, della forte influenza tecnologico-lobbistica americana. Inoltre, tanto la costruzione di reti di comunicazione ultra veloci, quanto la ridefinizione delle regole sulla privacy, rectius, sull’uso e la circolazione dei dati, sono in verità la condizione minima necessaria per permetterci di entrare nel mondo dell’Internet delle Cose e del c.d. manufacturing 4.0. E’ Internet il vero regista, attore e mattatore di scena. Internet è portiere, arbitro e attaccante di punta, allo stesso tempo, di questa partita che si gioca tra sfide alla democrazia, alle libertà e alla sicurezza, da un lato, e voglia incessante di progresso tecnologico, dall’altra.

La posta in gioco, va detto, è ampia e ricca. Da un punto di vista politico e giuridico occorrerà che Governo e Parlamento, ispirando la propria azione sempre ai principi e alle libertà posti dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, si prefiggano di trovare punti dinamici e fluidi di equilibrio e bilanciamento tra interessi solo apparentemente confliggenti – come ad esempio la privacy contrapposta alla sicurezza – proprio grazie alle straordinarie opportunità che offre Internet. Al tempo stesso, è piuttosto evidente che la digitalizzazione della conoscenza, dei rapporti economici e del sistema di relazioni sociali pone, oltre a enormi vantaggi, anche talune sfide di cui prendere atto. Gli impatti di Internet sono evidenti sulla catena del valore di tutte le aziende.

I rapporti tra le imprese e la pubblica amministrazione cambiano al punto da rendere obsoleti interi impianti normativi che necessitano di essere riformati per poter mantenere l’efficacia di governo originaria. Per non parlare del triste destino che ha colpito istituti giuridici secolari, che dai tempi dei Romani hanno egregiamente incarnato i principi di sovranità e giurisdizione. Il cambiamento non si può fermare. Occorre adeguarsi ad esso e governarlo, per non subirlo. Ecco perché le norme d’ora in poi devono essere scritte in maniera chiara, leggera e prevedibile.

Occorre evitare la trappola dell’incertezza delle regole, che tanto ha danneggiato negli anni l’immagine dell’Italia sul piano della competitività internazionale. Libertà di impresa e libertà di accesso sono le due colonne su cui basare l’azione del legislatore 4.0. Le imprese devono poter operare su Internet liberamente e semplicemente.

Esse devono poter sviluppare il loro business ed essere protette da frodi e cyberisk. In tal senso, grande finora è stato il ruolo di garanzia svolto dall’Autorità Garante per la Privacy: ruolo che deve essere rafforzato e difeso, anche in vista della delicata fase di introduzione nel sistema dell’emanando regolamento europeo sulla privacy. I cittadini devono essere informati per poter compiere le scelte migliori e devono poter esercitare tutti i diritti che la Costituzione gli riconosce, navigando in rete in maniera semplice e sicura.

Bene, in tal senso, l’introduzione di SPID. Il perseverare in questo percorso utile e proficuo di crescita del capitale di conoscenza, infrastrutturale e sociale dipende dal mantenimento di un rapporto equilibrato tra libertà d’impresa e libertà individuali, ricordando che i diritti e le tutele devono sempre rifuggire l’abuso e l’ideologia. Ma per fare tutto ciò, occorre avviare una campagna nazionale volta a facilitare l’awareness dei diritti e dei doveri in Internet, unitamente alla costruzione della consapevolezza dei rischi, da un lato, e delle straordinarie opportunità che la rete offre, dall’altro lato.

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