PRA

Libretto digitale, Aci: “Siamo a quota 6 milioni”

Primo bilancio per i certificati di proprietà digitali dei veicoli. L’Automobile Club Italia: “Ottimi riscontri in termini di risparmi economici e snellimento delle procedure”

Pubblicato il 05 Mag 2016

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A sei mesi dal lancio Aci presenta il primo bilancio dei certificati di proprietà digitali dei veicoli. il passaggio dalla carta al digitale per ora ha riguardato circa 6 milioni di certificati di proprietà, digitalizzati con la tecnologia di firma remota CoSign.

Avviato ad ottobre 2015, il processo, scrive l’Automobile Club, “ha già dato ottimi riscontri in termini di risparmi economici, snellimento delle procedure e sicurezza dei documenti” smentendo le polemiche nate all’indomani del lancio dell’iniziativa.

La digitalizzazione dei certificati di proprietà costituisce l’asse portante del piano Semplific@uto, la strategia di semplificazione e digitalizzazione a livello nazionale della documentazione amministrativa relativa ai veicoli. Un intervento di semplificazione promosso da ACI, “che alleggerisce il peso della burocrazia sull’automobile, per una PA meno invasiva e complessa“.

Gestito da ACI da quasi 90 anni, il PRA (Pubblico Registro Automobilistico) ha la funzione di assicurare la certezza e la pubblicità di tutte le situazioni giuridiche-patrimoniali relative ai veicoli. Inoltre, il PRA svolge la funzione di ruolo tributario dei contribuenti, che sono tenuti al pagamento delle Tasse Automobilistiche (c.d. il Bollo auto). Si tratta di un archivio che contiene informazioni per oltre 110 milioni di autoveicoli e che ogni anno fornisce più di 7 milioni di visure a privati, FF.OO., PP.AA., ecc., evadendo oltre 12 milioni di pratiche.

Il 5 ottobre 2015 Aci ha introdotto il Certificato di Proprietà (CdP) digitale che cambia formato, ma mantiene pienamente la propria funzione di documento unico che attesta lo stato giuridico di un veicolo. Dopo solo un mese di attività, ACI ha raggiunto 1 milione di Certificati di Proprietà digitali, mentre oggi sono oltre 6 milioni i Certificati di Proprietà Digitale emessi.

Il certificato di proprietà, infatti, non viene consegnato all’utente, ma viene rilasciata una semplice ricevuta – disponibile anche in modalità digitale che consente la visione del certificato vero e proprio sull’archivio PRA. La ricevuta contiene un codice di accesso, attraverso il quale è possibile avere la certezza dell’autenticità del documento e visualizzare la stessa immagine del CDP digitale.

La consultazione può avvenire mediante smartphone o altro dispositivo idoneo con lettura del QR-code, direttamente sul sito web indicato nella ricevuta stessa oppure collegandosi al sito web ufficiale ACI.

“Semplific@uto trasforma in chiave digitale i servizi amministrativi del PRA e il rapporto tra la PA e gli interlocutori che ruotano attorno al mondo dell’automobile – ha detto Giorgio Brandi, Direttore ACI – Servizio Gestione PRA -. Questo ci consente di erogare servizi ai cittadini in maniera sempre più semplice, immediata e accessibile, dando piena attuazione ai principi di Cittadinanza digitale. Abbiamo posto gli operatori professionali al centro del ridisegno dei servizi del PRA che, gestiti e forniti facendo ricorso alle tecnologie digitali, aumentano ulteriormente il livello del servizio erogato agli utenti e il livello di sicurezza. Semplific@uto condivide ed attua gli indirizzi organizzativi e i principi operativi che una Pubblica Amministrazione innovativa e moderna deve applicare e fare propri”.

Uno degli elementi cardine del processo di dematerializzazione è il dispositivo HSM (hardware security module) di firma remota CoSign. Si tratta di un apparato in grado di contenere e proteggere migliaia di certificati di firma, certificato OCSI per la conservazione dei certificati digitali.

La soluzione comporta vantaggi immediati e sostanziali per l’intero “ecosistema” dell’auto: Operatori Professionali (di tutte le categorie), Uffici Territoriali del PRA, Agenzia delle Entrate e utenti. L’antenato cartaceo del certificato di proprietà, infatti, dopo essere stato consegnato in originale, era conservato a carico dell’utente e poteva essere soggetto a contraffazione. In caso (frequente) di smarrimento, inoltre, era necessaria la denuncia alle Autorità. I certificati rilasciati con il nuovo processo di firma, invece, non possono essere contraffatti o smarriti e non comportano ulteriori costi.

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