IL CASO

Loiola: “Cessione Trieste non avrà ricadute occupazionali”

L’Ad di Alcatel-Lucent Italia sul sito friulano: “Incomprensibili i livelli della protesta: il piano ha una connotazione positiva, all’insegna dello sviluppo”. Domani l’incontro al Mise con i sindacati

Pubblicato il 20 Mag 2015

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“Dal punto di vista emotivo comprendo i timori che una discontinuità può determinare, ma il livello e l’intensità di protesta mi paiono incomprensibili. Il piano, alla base della vendita, ha una connotazione positiva, all’insegna dello sviluppo. Trieste non ha ragioni di temere ricadute occupazionali sui dipendenti diretti e su quelli dell’indotto”. Lo afferma in un’intervista al Piccolo il numero uno di Alcatel-Lucent Italia, Roberto Loiola, rispondendo sulla cessione dello stabilimento triestino alla multinazionale Flextronics, su cui domani si svolgerà un incontro al ministero dello Sviluppo economico con i sindacati. Un’operazione in cui il passaggio di consegne è previsto entro l‘estate, dopo la chiusura del tavolo di confronto al ministero.

“Nel mondo delle telecomunicazioni agiscono tre tipologie di soggetti: i servizi al cliente, i produttori, il manifacturing – afferma Loiola – Ognuna di queste fasce settoriali tende a concentrarsi sulle attività che fanno la differenza. Noi produttori Alcatel puntiamo sull’innovazione di prodotto, sulla ricerca&sviluppo. Così abbiamo pensato di cedere Trieste a un protagonista mondiale del manifacturing”.

Loiola poi difende la scelta di cedere il sito proprio a Flextronics: “Trieste si dedica ad attività pregiate – sottolinea – il mercato complessivo del trasporto ottico è stimato oggi a 11 miliardi di dollari con una previsione di crescita a 14,5 miliardi da qui al 2018. Crescita che può avere in Flextronics un fattore rilevante. Stiamo parlando di un gruppo che è leader globale, che fattura 26 miliardi di dollari, che occupa 200 mila dipendenti, il 30% dei quali opera in Paesi non a basso di costo di manodopera. In Austria, per esempio, funziona uno stabilimento d’avanguardia con 700 addetti. In Italia Flextronics è passata in cinque anni, nei due siti di Milano e Ponte di Piave (Treviso), da 180 a 380 unità”.

Quello di Trieste, secondo Loiola, è destinato a diventare un centro globale di eccellenza, e Alcatel Lucent illustrerà domani al Mise “gli impegni concreti, accordi pluriennali combinati tra nostre commesse e attività proprie di Flextronics”.

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