IL RAPPORTO

Made in Italy, Google: Internet volano di crescita

Il motore di ricerca rileva un crescita del 13% del searching legato ai prodotti italiani. In pole auto, moda e alimentare. Carlo D’Asaro Biondo: “Il Web può essere un mezzo per lanciare un nuovo modello economico”

Pubblicato il 04 Ott 2012

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Internet volano di crescita per le aziende italiane. A dirlo una ricerca presentata da Google, in occasione di Italia+Smart, il convegno organizzato a Capri da Between, secondo cui nel primo semestre 2012, le ricerche su Google relative al Made in Italy sono cresciute del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Di rilievo la crescita dell’utilizzo dei dispositivi mobili: il 20% delle ricerche analizzate è stato effettuato proprio da smartphone e tablet.

Lo studio Fattore Internet – realizzato da The Boston Consulting Gropu per conto di BigG – mostra anche un interessante parallelo tra le ricerche effettuate su Google e i dati macroeconomici relativi all’export. Il trend di crescita delle ricerche effettuate utilizzando parole chiave esemplificative del Made in Italy si attesta sul 13% e risulta 3 volte superiore alla crescita delle esportazioni del nostro Paese che, nel primo semestre 2012, hanno raggiunto il 4% Fonte: Istat, settembre 2012.

Auto e Moda sono in vetta alla classifica dei settori Made in Italy più cercati sul web nei Paesi analizzati dall’indagine con il 34% di volume di ricerche generato, seguiti da Turismo, Alimentare e Arredamento. L’Alimentare si distingue come la categoria con il più alto tasso di crescita (superiore al 20%) in 8 dei 10 Paesi analizzati.

Negli Stati Uniti e in Brasile predominano le ricerche legate all’Auto Made in Italy, mentre la Moda italiana è la categoria più cercata in Europa e Giappone dove ha addirittura registrato il più alto tasso di crescita nell’ultimo anno (+22% in Francia e +56% in Giappone). Le ricerche relative al Turismo hanno, invece, dominato il ranking in Russia e negli Emirati Arabi.

“L’Italia può ambire a giocare un ruolo da protagonista in vari settori dell’economia quali il turismo, la moda, l’arredamento, l’alimentare e altri ancora – spiega Carlo d’Asaro Biondo, presidente South East Europe, Middle East and Africa di Google – Internet può essere il mezzo per intercettare e valorizzare questo potenziale, contribuendo a rilanciare un nuovo modello economico per l’intero Sistema Paese, basato sul rafforzamento su scala globale di queste eccellenze nazionali”.

Il binomio export-Internet si conferma dunque una miscela ad altissimo potenziale per il sistema paese Italia. Se un numero maggiore di imprese riuscisse a intercettare anche solo una parte di questa domanda si aprirebbero nuovi spazi per crescere. Le aziende attive su Internet infatti fatturano, assumono ed esportano di più e sono più produttive di quelle che su Internet non sono presenti. Le Pmi attive in rete hanno infatti registrato una crescita media dell’1,2% dei ricavi negli ultimi tre anni, rispetto a un calo del 4,5% di quelle offline e un’incidenza di vendite all’estero del 15% rispetto al 4% delle offline.

Nei Paesi del G-20 l’economia Internet ha già un valore pari al 4% del Pil e contribuisce in media al 21% della crescita annua del prodotto interno lordo. In italia i valori sono sensibilmente inferiori, eppure decisamente interessanti se li si valuta nell’ottica delle potenzialità di crescita ancora inespresse.

Secondo lo studio il contributo che Internet fornirà al nostro Paese nel 2015 oscillerà tra il 3,3% e il 4,3% del Pil. Si stima, inoltre, che l’Internet economy registrerà una crescita annua compresa tra 13% e 18% da qui al 2015, raggiungendo un valore di 59 miliardi di euro, una cifra quasi doppia rispetto ai 31 miliardi di euro del 2010.

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