DIGITAL VENICE

Marco Camisani Calzolari: “Negli ultimi 3 anni +320mila occupati grazie al web”

Il digital evangelist: “L’innovazione e la rete sono alla base della crescita culturale ed economica di un Paese. Internet rappresenta oggi il 2% del Pil italiano. Occorre investire per arrivare al 5% come nella media degli altri paesi Ocse”

Pubblicato il 07 Lug 2014

A.S.

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“L’Italia ha un enorme bisogno di crescere nella digitalizzazione, c’è un gap di mentalità oltre che economico che penalizza il Paese rispetto ai competitors europei”. A parlare, nella giornata d’apertura di Digital Venice, è Marco Camisani Calzolari, imprenditore e “digital evangelist”, che mercoledì lo vedrà protagonista con la keynote “Change or die”, nel contesto della giornata “eSkills for growth” organizzata da Anitec e Iwa Italy presso il Telecom Italia Future Center.

“Il digitale è alla base della crescita culturale ed economica di un Paese – afferma Camisani Calzolari – il fatto che l’Italia apra i lavori dell’agenda digitale europea è positivo, perché sottolinea l’importanza che il Governo attribuisce all’innovazione digitale e rappresenta un punto di partenza strategico per lo sviluppo economico sostenibile dell’Italia e dei paesi dell’Unione”.

“Per l’Italia non è più possibile mantenere una posizione di rendita e la politica può e deve creare i presupposti favorevoli in termini di infrastrutture e di alfabetizzazione digitale – prosegue – L’impatto diretto della Internet Economy sul Pil italiano è del 2%, ma occorre investire in innovazione per raggiungere la media del 5% degli altri paesi Ocse”. “Negli ultimi 4 anni – ricorda l’esperto – il web ha creato 700 mila nuovi posti di lavoro e per ogni posto di lavoro perso grazie a Internet se ne creano 1,8 con un contributo netto di 320.000 nuove figure professionali. E’ necessario che le nuove strategie liberino risorse da investire in innovazione per poter crescere”.

“Una politica di razionalizzazione delle risorse economiche del web – conclude Camisani Calzolari – potrebbe consentire di incrementare di oltre 1,5 miliardi di euro annui gli investimenti tecnologici, e un’economia dinamica è un’economia in cui si lavora di più in tutti i settori, anche in quelli più tradizionali”.

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