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Marianna Madia: “PA non più nemico ma alleato: la svolta digitale”

La ministra della PA e Semplificazione a Forum PA 2017: “Trasparenza, tempi di risposta, snellimento delle procedure, attenzione ai più deboli: ecco gli ambiti su cui la spinta tecnologica sta intervenendo”. La pubblica amministrazione italiana ha punte meravigliose di eccellenza, ma serve migliorare la capacità organizzativa e credere nella formazione”. Perché la riforma deve rispondere “al senso di incertezza di oggi”

Pubblicato il 23 Mag 2017

Antonello Salerno

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“La PA è un alleato, non un nemico pronto a sanzionare. Ma spesso la percezione è stata questa, e la stiamo cambiando”. Parla Marianna Madia ministro della semplificazione della PA, intervenendo a ForumPA 2017. “Aumentare la digitalizzazione, diminuire l’assenteismo e le liste d’attesa” alcuni dei principali gol della riforma perché finora “leggi e riforme sono rimaste sulla carta, senza cambiare i comportamenti nella PA”. Ora il governo punta a capire i nodi sottostanti partendo “dagli istituti giuridici esistenti: cosa non ha funzionato? Cosa ha creato questa scarsa trasparenza e difficoltà?”. La ministra ci tiene a fare il punto sulle conferenze dei servizi: “Finora potevano durare anni, con l’effetto di scoraggiare gli investimenti di imprenditori stranieri. Non l’abbiamo cancellata ma a seguito di consultazioni ne abbiamo fatto una attenta manutenzione, a volte profonda, insieme al rappresentante unico le conferenze dei servizi telematiche. Stiamo iniziando ad avere dei risultati”. Il risultato è che oggi la maggior parte di essere si chiudono per via telematica, “e il silenzio assenso tra amministrazioni sta funzionando”. Diversamente da quanto succedeva finora, oggi entro 5 mesi oggi le aziende possono contare su certezze rispetto alla fattibilità su un progetto.

Altro punto dirimente, il diritto alla conoscenza dei dati e degli atti della pubblica amministrazione: “Introdotta sul modello anglosassone è cruciale per l’operatore economico che intenda intraprendere attività commerciali. Attente manutenzioni non troppo discontinue per non generare confusione, che mettano rischiano di bloccare gli investimenti, devono restituire un rapporto più certo tra pubblico e privato”.

Tecnologia. Va spinta, “ancora troppo scarso l’utilizzo: consente consente di cambiare completamente il rapporto tra Pa e cittadino. Può cambiare totalmente i rapporti con cittadini e aziende”.

Reclutamento: “Servivano professionalità, si è ricorsi al precariato. Questa è la prima inefficienza su cui siamo intervenuti”. Incertezza sui tempi di risposta: “Più che la lunghezza dei tempi il problema finora è stato l’incertezza. Anche qui siamo intervenuti con una serie di norme”. Opacità: “Se non c’è una totale trasparenza, se l’amministrazione ha informazioni, devono essere messe a disposizione dei cittadini. Altrimenti l’opportunità viene data solo a chi detiene una posizione più forte”.

Lavoro nella PA. “E’ un luogo comune che nella PA si lavori poco e male. Con i nostri interventi rendiamo possibile creare obiettivi concreti, mirati sul servizio da rendere ai cittadini”. Per questo i parametri di valutazione non possono essere non coordinati tra le amministrazioni: “alcuni obiettivi di buonsenso – diminuire liste d’attesa, aumentare la digitalizzazione, dimuinuire l’assenteismo – devono valere per tutte le amministratori senza premi a pioggia”.

La riforma deve servire a “rispondere al senso di paura e di incertezza, all’ansia per il domani. Superare il precariato è un tema di sinistra (risponde al direttore del Foglio Claudio Cerasa che modera l’intervento della ministra), ma la ragione più profonda è volere una PA sempre più trasparente e attenta ai bisogni dei più deboli e alle opportunità dei più meritevoli”. Perché i meritevoli ci sono, e tanti: “L’italia ha punte di eccellenza meravigliose. La Pa sono i medici, gli infermieri, le forse dell’ordine, i sindaci, non soltanto carte e procedure. Dobbiamo esserne fieri”. Ma ora serve formare, aggiornare. “Per una buona attuazione serve anche formare i dipendenti pubblici. Abbiamo un filone di finanziamento della programmazione europea ortientato a migliorare la capacità organizzativa. I dipendenti pubbici dovranno credere nella formazione per attuare attività importanti e dare risposte ai cittadini”.

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