Marti (Harman): “Sguardi, gesti e voce: ecco come viaggeremo nell’auto connessa”

La compagnia Usa appena acquisita da Samsung è specializzata in elettronica per l’automotive. Il vicepresidente Future Experience descrive a CorCom i progetti del suo team e delinea le sfide del settore: “I veicoli ci proteggeranno dai rischi della guida. La partita si giocherà soprattutto su personalizzazione e cybersecurity”

Pubblicato il 21 Nov 2016

Andrea Frollà

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“I conducenti di oggi hanno già uno stile di vita connesso e noi stiamo bilanciando il desiderio di restare connessi con la necessità di non compromettere la sicurezza. Cioè rendere macchina, device, elettronica e software più potenti, produttivi, personalizzati e protetti”. È probabilmente anche per questa vision che Samsung ha deciso di scommetere su Harman, compagnia Usa specializzata nell’elettronica per l’automotive.

L’acquisizione da parte del colosso sud-coreano rappresenta indubbiamente un segnale chiaro di quanto il mercato dell’auto connessa faccia gola ai giganti hi-tech e non solo ai produttori automobilistici. In questo contesto, la strategia della società a stelle e strisce descritta a CorCom da Stefan Marti, vice presidente Future Experience di Harman International, diventa espressione di quelli che potrebbero essere i trend del settore.

Le novità a cui Harman sta lavorando sono numerose: “Analisi della pupilla durante la guida, gesti per comandare le funzioni dell’auto e sistemi per massimizzare il focus sulla strada da parte di chi è al volante”, elenca Marti, che spiega perché nelle auto connesse saremo più sicuri, cosa potremo fare a bordo e su quali fronti si giocherà la competizione.

L’auto connessa è il futuro o forse è già il presente. Quali sono i driver del paradigma 2.0 dell’automotive?

Le auto connesse si basano su 3 elementi: cybersecurity, telematica e over the air (il metodo di aggiornamento wireless dei software, ndr). Noi ci stiamo spostando dall’idea di una semplice connessione del veicolo ad un’automobile davvero intelligente, che sia in grado di offrire diversi ambiti di esperienza smart, sfruttando IoT, hardware, software e altro. Al Ces 2016 abbiamo presentato la soluzione Life-Enhancing Intelligent Vehicle Solution (Livs), per dimostrare che il futuro della guida è la personalizzazione sui guidatori e sui passeggeri. Mettiamo insieme funzioni separate in un’unica piattaforma con un approccio olistico all’elettronica, alla connettività e all’operatività della macchina.

Quali sono le altre tecnologie innovative su cui state investendo?

Il nostro Future Experience Team lavora ogni giorno per creare tecnologie e nuove user experience, offrendo e sviluppando interfacce intelligenti basate sul contesto e sulla personalizzazione. Una delle ultime innovazione che abbiamo sviluppato è il sistema di monitoraggio del guidatore basato sull’analisi della sua pupilla, di cui viene analizzato il diametro per monitorare l’attività cerebrale. Così facendo, il sistema di sicurezza si adatta allo stato del conducente. Stiamo sviluppando anche una tecnologia di interazione gestuale che permette all’utente di controllare alcune funzioni del veicolo con le mani. Un’altra ancora è lo Shape-Shifting Controller, che reduce le distrazioni ed è disegnato per massimizzare il focus del conducente sulla strada.

In che modo tutto questo migliora la customer experience?

I conducenti di oggi hanno già uno stile di vita connesso e noi stiamo bilanciando il desiderio di restare connessi con la necessità di non compromettere la sicurezza. Cioè rendere macchina, device, elettronica e software più potenti, produttivi, personalizzati e protetti.

Ma le case automobilistiche credono già in questa via connessa?

I produttori sono coscienti dell’importanza di integrare più tecnologia a bordo. Aggiungendo valore e connettività aumentano le possibilità di incontro con la domanda dei consumatori.

Gli smartphone causano già parecchi incidenti da distrazione. Come vi state muovendo per evitare che, con tutte queste connessioni, la situazione non peggiori?

Avverrà il contrario, saremo più sicuri. Stiamo sviluppando i sistemi connessi per aiutare i guidatori ad essere più attenti alla strada. Abbiamo investito la nostra potenza innovativa nello sviluppo di tecnologie che proteggono i conducenti dalle distrazioni. Ad esempio, abbiamo soluzioni video che monitorano tanto l’interno del veicolo quanto l’esterno, cioè pedoni e altre auto.

Auto connessa significa anche auto a rischio di attacco hacker…

Garantire la sicurezza significa anche proteggere la privacy. È importante capire come agiscono i criminali informatici e soprattutto come prevenire le loro offensive. I produttori devono essere i primi ad armarsi contro le minacce. Un’architettura a più livelli può aiutare a rendere la strada degli hacker sempre più in salita ad ogni step. Per quel che riguarda direttamente noi, abbiamo deciso di puntare sull’acquisizione di TowerSec, che è una compagnia specializzata in cybersecurity per l’auto connessa.

L’evoluzione della macchina connessa sarà il veicolo che si guida da solo?

L’auto connessa, che può essere sincronizzata con i nostri smartphone, la nostra casa e altri device, è un passaggio chiave per arrivare alla guida autonoma. Ma prima dobbiamo consolidare le fondamenta che ho citato prima (cybersecurity, telematica e over the air, ndr). La personalizzazione del veicolo rimarrà un fattore chiave nello sviluppo di queste macchine autonome. I produttori e i fornitori stanno già lavorando per differenziare l’offerta.

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