I PROGETTI

Medicina di precisione, via alla banca dati Ue: fondi per 40 milioni

La Genome Data Infrastructure fa leva sul digitale per incrociare il genoma e le informazioni cliniche di oltre un milione di persone. L’iniziativa, coordinata da Elixir, per la parte italiana conta sul supporto dei ministeri dell’Università e della Salute e vede in campo l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Iit. Intanto il Fondo Eic mette sul piatto 190 milioni per 35 progetti

Pubblicato il 18 Nov 2022

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La Commissione europea spinge sulla medicina di precisione con il progetto “Genome data infrastructure (Gdi)” finanziato con 40 milioni di euro nell’ambito del programma “Digital Europe” il cui obiettivo è portare la ricerca genomica nella pratica clinica.

Gdi dovrà creare una nuova infrastruttura digitale europea per incrociare il genoma e i dati clinici di oltre un milione di persone e vincere così la grande sfida della medicina di precisione, traducendo i successi della ricerca nel campo della genomica in diagnosi sempre più precise e cure più personalizzate.

Un milione di genomi entro il 2022

Il progetto scaturisce dalla dichiarazione di intenti “One Million Genomes” per la produzione di oltre un milione di genomi della popolazione europea entro il 2022, sottoscritta dai ministri della Salute di 23 paesi inclusa l’Italia nel 2018, che si propone di sviluppare un’infrastruttura in grado di integrare e rendere accessibili, secondo modalità conformi alle normative europee e nazionali relative alla protezione dei dati sensibili, dati genetici e clinici a supporto dello sviluppo di pratiche cliniche innovative.

Gli approcci bastati sulla medicina di precisione consentono di ottimizzare le pratiche diagnostiche, prognostiche e terapeutiche sulla base del profilo genetico individuale, che oggi è possibile determinare su larga scala a costi molto contenuti, portando un diretto beneficio sia per i pazienti sia per il sistema sanitario grazie ad una significativa riduzione dei costi associati ai percorsi terapeutici tradizionali.

La partecipazione italiana a Gdi

Gdi è coordinato da Elixir, l’Infrastruttura di ricerca europea per le scienze della vita e la bioinformatica, e vede la partecipazione di 23 paesi, tra cui l’Italia, con il supporto dei ministeri dell’Università e della Ricerca e della salute. La partnership italiana è coordinata dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e include l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Ospedale San Raffaele di Milano e l’Istituto Italiano di Tecnologia.

Fascicolo sanitario elettronico “di precisione”

“Il progetto Gdi rappresenta un’occasione straordinaria per il nostro Paese per mettere a sistema le eccellenze scientifiche nel campo della ricerca genomica nel sistema sanitario nazionale che, pur caratterizzato da realtà cliniche di prim’ordine anche a livello internazionale, risulta però molto frammentato, anche a causa della sua organizzazione su base regionale”, afferma Graziano Pesole (Cnr-Ibiom), coordinatore del nodo nazionale di Elixir.

“L’infrastruttura digitale – prosegue Pesole – che ci si propone di sviluppare, quando a regime, consentirà di includere le informazioni genetiche del paziente nel fascicolo sanitario elettronico, e di condividerle in modo controllato e rispettoso della legislazione europea sulla protezione dei dati individuali. Questo aprirà la strada a notevoli prospettive di miglioramento e crescita della qualità e dell’efficienza per molti servizi erogati dal nostro sistema sanitario”.

Il biorepository nazionale

In tale contesto, le progettualità recentemente avviate nell’ambito del Pnrr, ad esempio il progetto ELIXIRxNextGenIT per il potenziamento del nodo italiano di Elixir finanziato con circa 18 milioni di euro, consentiranno la creazione di un biorepository nazionale federato in ambiente cloud di dati omici umani e potranno agevolare le attività previste dal progetto Gdi.

“La sfida resta adesso quella di garantire una sostenibilità a lungo termine per servizi così all’avanguardia, sia per quanto concerne le risorse finanziare sia, soprattutto, per le figure professionali altamente specializzate”, dichiara Pesole, “che dovranno essere prima formate e poi dedicate a tempo pieno alla loro gestione”.

Il Fondo Eic seleziona 35 progetti

Intanto il Fondo Eic ha messo sul piatto 190 milioni per finanziare 35 progetti di innovazione nell’ambito di Horizon Europe. Il fondo Eic è la divisione dello European innovation council che effettua investimenti attraverso forme di equity nei progetti vincenti del bando Eic Accelerator ed è un pilastro della New European Innovation Agenda. Il fondo è stato recentemente ristrutturato con la nomina di un gestore di fondi esterno e spetta ora al gestore esterno (AlterDomus Management company con sede in Lussemburgo), prendere decisioni di investimento sulle imprese ad alto rischio e ad alto impatto, in seguito al rigoroso processo di selezione dell’Eic Accelerator e di due diligence operato dalla Banca europea per gli investimenti (Bei).

I nuovi investimenti sono il primo progetto di rilevanza dopo la ristrutturazione e rappresentano “un significativo passo avanti per l’attuazione della componente di investimento dell’Eic Accelerator”, si legge nella nota per i media. “Il Fondo Eic è ora pienamente operativo e aggiornato per supportare start-up innovative ad alto rischio e deep-tech e portare le loro tecnologie innovative sul mercato e crescere”.

Delle 35 aziende selezionate due hanno già siglato accordi di investimento: Apix Analytics (il primo analizzatore universale di gas in miniatura per tutti i gas rinnovabili) e Lattice Medical (ricostruzione del seno a partire dal tessuto delle pazienti).

Nell’ambito dell’Eic Accelerator sono state selezionate in tutto 313 società da giugno 2021 per ricevere investimenti e sostegni. Il finanziamento totale di queste società è di 680 milioni di euro e sono già stati firmati 185 accordi di sovvenzione.

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