IL PIANO

Meno Cig, più skill digitali: via al Fondo nuove competenze

La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, firma il decreto che istituisce lo strumento da 730 milioni: risorse a costo zero per le imprese che puntano a rimodulare l’orario di lavoro, evitando la cassa integrazione, e scommettono sulla formazione. “L’Italia riparte dal capitale umano”

Pubblicato il 06 Ott 2020

nunzia - catalfo

Via al Fondo nuove competenze. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha firmato il decreto che istituisce lo strumento da 730 milioni a sostegno delle imprese nei percorsi di riqualificazione professionale dei lavoratori. La misura è stata istituita con il decreto Rilancio e rafforzata in quello di agosto.

 “Ho firmato e trasmesso al Mef il decreto interministeriale che istituisce il Fondo nuove competenze – spiega la ministra – Con questo Fondo ho puntato a introdurre uno strumento alternativo alla Cassa integrazione e di natura attiva, con forti benefici sia per le aziende che per i lavoratori, perché consente alle imprese (di qualunque settore e dimensione) di rimodulare temporaneamente l’orario di lavoro e di utilizzare una parte di esso per far svolgere ai suoi dipendenti attività di formazione e riqualificazione. Ciò avviene senza nessun onere per le aziende perché le ore di formazione sono totalmente a carico dallo Stato: in questo modo, le stesse beneficeranno di una riduzione del costo del lavoro. Al tempo stesso, i lavoratori possono implementare le loro competenze senza alcuna diminuzione della retribuzione, al contrario della cassa integrazione. Ma con un evidente, duplice vantaggio – economico e formativo – rispetto al normale sistema degli ammortizzatori sociali”.

Fondo nuove competenze, come accedere

Per accedere al Fondo, le aziende dovranno stipulare accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro e presentare entro il 31 dicembre progetti per lo sviluppo delle competenze fino a un massimo di 250 ore di formazione per ciascun lavoratore.

“Con questa misura prende corpo il primo pilastro del Piano nazionale per le nuove competenze, uno dei progetti cardine per il rilancio del mercato del lavoro che sto predisponendo in vista del Recovery Plan e che vede, fra le sue principali direttrici, proprio le politiche attive e la formazione – prosegue la ministra – Il mio obiettivo e quello di tutto il Governo è chiaro: occorre adeguare le competenze dei lavoratori alle nuove esigenze delle imprese, soprattutto quelle legate agli investimenti “green” e nel digitale con i quali intendiamo accompagnare la rigenerazione del sistema produttivo del nostro Paese. L’Italia riparte dal suo capitale umano“.

Fondo nuove competenze, la soddisfazione dei sindacati

“Un fatto importante e carico di potenzialità la firma di ieri del decreto interministeriale sul Fondo nuove competenze per la crescita delle professionalità nei luoghi di lavoro – commenta il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra -Si stabiliscono modalità operative, risorse, coordinamento tra enti, a partire da Anpal. Ora si tratta di riconoscere in questa partita il protagonismo delle relazioni industriali, affidando alla contrattazione ed alla bilateralità un ruolo decisivo nella definizione e promozione dei progetti formativi”.

“Costruire una forte filiera delle competenze ed affermare un nuovo diritto fondamentale alla formazione – aggiunge – non è solo il modo migliore per rispondere ai mutamenti tecnologici, ma anche il perno sul quale sviluppare una moderna idea di partecipazione del lavoro. Per questo il Fondo va implementato insieme a sindacato e rappresentanze delle imprese; e per questo, in parallelo, va avviata nel Paese una grande stagione di investimenti su infrastrutture materiali e sociali, politiche attive e riqualificazione delle competenze, in modo da riallineare le reti fisiche, digitali e sociali, da rimettere al centro occupazione e lavoro produttivo, da coinvolgere tutti, occupati, disoccupati, cassintegrati, nei necessari tracciati di riqualificazione ed orientamento nel mercato del lavoro”.

Per Sbarra, “c’è da realizzare un Patto per la crescita, la coesione e lo sviluppo, fondato su basi concertative ed attraverso il quale dobbiamo mettere a frutto ogni euro messo a disposizione dall’Europa: non solo Next generation Eu, ma anche Mes sanitario non condizionato e fondo Sure per la riforma degli ammortizzatori sociali. Quello di cui il Paese ha bisogno e’ una mobilitazione di tutte le intelligenze sociali ed istituzionali per costruire un percorso di innovazione che aumenti produttività e competitività, senza lasciare indietro nessuno”.

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