IL CASO

Microsoft indagata per corruzione, nel mirino gli “sconti” sui software in Ungheria

Inchiesta del Dipartimento di Giustizia Usa e Sec. Ipotesi di tentativi di corruzione nella vendita di prodotti tra il 2013 e il 2014 ad agenzie governative magiare tramite intermediari

Pubblicato il 24 Ago 2018

A. S.

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Per spingere la vendita dei propri prodotti e dei propri software in alcuni mercati emergenti Microsoft potrebbe essere arrivata a incappare in episodi di tangenti o di corruzione. E’ l’ipotesi di reato nei confronti della casa di Redmond a cui stanno lavorando il Dipartimento di Giustizia Usa e la Sec, Securities and exchange commission, commissione di controllo sulla borsa che svolge il ruolo che in Italia è svolto dalla Consob. Sotto i fari degli investigatori – riportano i media americani – ci sono i fatti avvenuti in Ungheria tra il 2013 e il 2014, e nello specifico le dinamiche che hanno portato alla vendita di software a società intermediarie, che poi hanno rivenduto i prodotti ad agenzie governative. Ma l’indagine riguarderebbe anche alcuni partner commerciali della casa di Redmond per i quali si sarebbero verificate dinamiche simili, nel 2013, in altri 5 Paesi.

Secondo l’ipotesi a cui sanno lavorando gli investigatori, Microsoft avrebbe venduto alcuni dei propri prodotti, come Word o Excel, a intermediari praticando sconti sostanziosi, mentre questi ultimi avrebbero rivenduto gli stessi software al governo ungherese a prezzi più vicini a quello “pieno”: per questo il dipartimento di giustizia e la Sec vogliono verificare se una parte della differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita sia stata utilizzata dagli intermediari per tentativi di corruzione e per pagare tangenti ai funzionari pubblici ungheresi.

Negli anni scorsi era già successo che Microsoft finisse sotto la lente di indagini federali: nel 2013 infatti proprio dipartimento di Giustizia e la Sec avevano aperto un fascicolo su presunte tangenti in Cina, e sui rapporti della multinazionale con rivenditori e consulenti in Romania e Italia. 

Dal canto suo Microsoft ha dato piena disponibilità alla collaborazione con le autorità, specificando di aver fatto partire dal 2014 indagini interne che portarono in passato al licenziamento di quattro dei propri dipendenti in Ungheria.

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