Monti (Ice): “Investitori stranieri attratti dalle startup italiane”

Il presidente dell’Istituto per il Commercio estero apre a Milano “Italia Restarts Up”, il maxi-evento organizzato per far incontrare venture capitalist da 30 Paesi e una sessantina di neo-società tricolori. “Quando c’è innovazione le frontiere non sono un problema”

Pubblicato il 09 Dic 2014

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“Quando ci sono idee nuove e motivazioni le frontiere e le distanze non sono un problema e gli investitori di altri paesi vengono in Italia volentieri”: lo ha detto oggi il presidente dell’Ice (Istituto per il commercio estero), Riccardo Monti (nella foto), sottolineando il successo di adesioni della prima edizione di Italia Restarts Up, evento per far incontrare venture capitalists stranieri e startup già mature, con il fine ultimo di garantire agli startupper più meritevoli finanziamenti da 800mila a due milioni e mezzo di euro.

Investors da tutto il mondo si sono dati appuntamento a Milano per incontrare, in colloqui diretti e riservati, le startup italiane partecipanti all’evento ‘L’ Italia riparte con le Startup’ organizzato dal Team Innovazione e Startup dell’Agenzia Ice in collaborazione con la segreteria tecnica del ministro dello Sviluppo economico.

Nel corso degli oltre 100 appuntamenti fissati a richiesta degli ospiti esteri a seconda del settore di interesse (oltre una quindicina ad investitore) le startup, selezionate da una commissione di esperti, potranno farsi conoscere e tentare di ampliare le proprie fonti di finanziamento, accelerando la strada dello sviluppo della propria impresa.

“Siamo particolarmente orgogliosi del successo di adesioni in questa prima edizione” ha sottolineato, nel suo intervento di apertura dei lavori, Riccardo Monti. “Oggi – ha proseguito – sono presenti sessantaquattro investitori provenienti dal oltre 30 Paesi, tra cui Arabia Saudita, Israele, Corea, Giappone, Cina e altri, intervenuti per incontrare oltre settanta aziende italiane, ad alto contenuto innovativo”. Segno di un forte interesse per l’Italia: “Abbiamo avuto un riscontro molto positivo – sottolinea Monti – addirittura superiore alle aspettative”.

Tuttavia, “la percezione dell’Italia come Paese con tantissime aziende innovative ad alta tecnologia è ancora molto limitato”. E questo è il motivo alla base dell’evento di oggi. “L’ obiettivo – sottolinea Monti – è di creare un’occasione di incontro con i principali operatori internazionali e le nostre aziende, ognuna delle quali avrà dai cinque ai dieci incontri one-to-one”. A questi, in particolare, è puntata l’attenzione: “Aspettiamo i riscontri di questi quasi cinquecento incontri che si svolgeranno durante la giornata di oggi, sperando che questo sia solo l’ avvio di un lungo percorso”.

L’ appartenenza settoriale delle startup italiane, che per la stragrande maggioranza si fregiano del titolo di “innovative” secondo i dettami del DL 179 del 2012, è concentrata nei settori legati in un modo o nell’ altro all’ informatica ma non mancano imprese biomedicali e del settore energetico nonché produttori di beni apparentemente più tradizionali ma che in realtàincorporano anch’essi innovazioni importanti.

La call per partecipare a Italia Restarts Up è partita i primi di settembre attraverso una circolare diramata dall’Ice e fatta pervenire a tutte le startup, oltre 2.600, iscritte attualmente nel Registro delle Startup innovative. Si sono candidate in 210. Della selezione si è occupata una Commissione giudicante composta da Massimiliano Magrini, Co-Founder e Managing Partner di United Ventures, Claudio Giuliano, Founder e Managing Partner di Innogest, Andrea Di Camillo, Founder e Managing Partner di P101 e Marco Saladini in rappresentanza del nucleo innovazione e start up dell’Ice.

“I criteri per la selezione – spiega Gianpaolo Bruno, direttore Pianificazione strategica, studi e rete estera dell’Ice – sono stati i seguenti: le startup dovevano presentare un’idea sostenibile, qualitativamente elevata ed essere nella fase di accelerazione o ampliamento. In pratica dovevano essere già scaleup bisognose di finanziamenti dagli 800mila ai 2 milioni e mezzo di euro. Sostanzialmente volevamo colmare un gap esistente nel nostro Paese: la scarsità di operatori di venture capital e di conseguenza la mancanza di sostegno alle startup che escono dalla fase iniziale e puntano a un’ulteriore crescita. L’obiettivo è attrarre capitali stranieri”.

Tra le partecipanti all’incontro ci sono, giusto per fare qualche nome, Solwa (tecnologie green), Vivocha (digital media), Lovli (digital media), Cloudesire (digital media), Sardex (servizi finanziari), Love the Sign (digital media) e molte altre il cui nominativo appare più raramente sui media specializzati. Campi d’azione prevalenti: digitale e media, software ed elettronica, life sciences, tecnologie verdi ed energie rinnovabili

Domani 10 dicembre sono previste visite guidate dei venture capitalists divisi per gruppi presso ecosistemi in Lombardia, Piemonte, Trentino e Lazio.

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