LA PROPOSTA DI LEGGE

Moretti: “Hate speech online, rimozione in 24 ore”

La deputata Pd a lavoro su una proposta di legge ad hoc: “Ci siamo dati 30 giorni per analizzare le osservazioni arrivate dal mondo dei blogger. Nel testo sarà previsto anche il ricorso al Garante Privacy”

Pubblicato il 24 Mar 2014

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“Stiamo lavorando ad una nuova proposta di legge che punta a ottenere un sistema immediato e gratuito che permetta in sole 24 ore la rimozione di contenuti offensivi, denigratori e discriminatori dalla rete”. Così il deputato del Partito Democratico Alessandra Moretti intervenendo nella puntata del 23 marzo di “Presi per il Web“, trasmissione di Radio Radicale. Moretti ha dunque rilanciato l’iniziativa legislativa annunciata sulle colonne del Corriere della Sera lo scorso 9 febbraio all’indomani delle accese polemiche seguite ad alcune provocazioni sopra le righe del Movimento 5 Stelle.

“Questo progetto di legge – ha spiegato Moretti – è nato molti mesi prima dei pesanti episodi che hanno visto tante deputate finire al centro di insulti e aggressioni verbali. Viste le polemiche e le giuste osservazioni arrivateci all’indomani del primo annuncio abbiamo voluto aprire un’interlocuzione con i grandi soggetti della rete, da Google a Facebook, per vedere come migliorare il testo. Ci siamo dati un tempo di 30 giorni per raccogliere e analizzare le proposte e le indicazioni arrivate dal mondo dei blogger e dell’associazionismo, da Save the Children a Telefono Azzurro. In questa proposta di legge prevediamo anche un ricorso al Garante della Privacy, che diventa un presupposto necessario per poi ricorrere all’autorità giudiziaria con un effetto deflattivo sul carico di lavoro imposto alla giustizia ordinaria. C’è poi tutto il tema del diritto all’oblio e alla deindicizzazione di dati sbagliati e una parte dedicata ai minori che magari si registrano ad un sito con dati non reali. Tutte le procedure che prevediamo sono completamente gratuite”.

“Le nostre iniziative – ha affermato Moretti – partono pensando a chi, come gli adolescenti, si sentono spesso minacciati dalla rete e scappano dalla stessa smettendo di utilizzarla. Ho pensato ai casi di quei giovani suicidatisi certo non solo per colpa del Web ma anche per quello, per l’odio che li ha travolti sulle piattaforme online e che, attenzione, è un odio che non viene creato dal Web ma nella società. A mio avviso non è stato ben compreso l’obiettivo di questa iniziativa, che non è quello di mettere un bavaglio alla rete, perché il problema non è la rete, ma chi la usa; noi dobbiamo creare uno spazio dove si permetta a tutti di utilizzare questo splendido strumento di espressione e democrazia nel più totale benessere. La rete non è diversa dalla società in cui viviamo, e siccome anche la democrazia ha le sue regole queste devono essere estese anche alla rete e al Web. Credo ci sia una nuova presa di coscienza e la richiesta di nuove tutele. Le stesse blogger stanno mostrando i volti dei propri aggressori, e mi sento di continuare nella provocazione dell’ ‘alzate i vostri iPad’ per mostrare i nomi di chi vi insulta”.

Rifacendosi a quanto dichiarato qualche settimana fa da Roberto Natale, portavoce della presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, in materia di “odio in rete” (“nel 90% dei casi troviamo critiche rivolte da uomini alle donne che fanno politica con modalità e toni che, quando ci si rivolge invece ad altri uomini, sono sempre meno incivili”), Moretti ha proseguito: “In Italia ancora oggi, nonostante le grandissime battaglie di civiltà condotte a tutti i livelli, il valore della vita di una donna rispetto a quella di un uomo vale esattamente la metà. È un Paese in cui le donne superano brillantemente esami di Stato e concorsi pubblici ma non riescono a raggiungere con facilità i vertici di organizzazioni e istituzioni”.

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