Se l’indiscrezione prendesse corpo, il risultato sarebbe che la famiglia Murdoch lascerebbe una delle attività che ha cambiato le abitudini televisive e la fruizione del calcio e dello sport in Tv in Europa, per concentrarsi su attività in prospettiva più promettenti, vista la direzione che sta prendendo il mercato dei contenuti televisivi.
Rupert Murdoch sta riflettendo sull’opportunità di mettere in vendita la propria partecipazione in Sky, di cui detiene il 39% attraverso 21st Century Fox, per concentrarsi su attività che potrebbero consentirgli di cambiare strategia e mirare a produttori di contenuti che distribuiscono i propri prodotti su più piattaforme. Se davvero decidesse di farlo – ma siamo ancora a una valutazione “astratta” del dossier – l’affare potrebbe suscitare l’interesse di Vivendi, ma anche alcuni grandi operatori tlc, come Vodafone e BT, che stanno puntando molto sull’offerta di contenuti.
Ad anticipare la notizia è il Financial times, che sottolinea come a spingere il magnate australiano a considerare l’opzione di vendere ci sia il fatto che l’offerta di contenuti video sia ormai estremamente frammentata, con parti consistenti dell’audience che iniziano a rivolgersi più all’on demand che alla programmazione tradizionale di cui Sky è uno dei “campioni” in Europa.
L’attenzione di Lachlan e James Murdoch, figli di Rupert, che controllano 21st Century Fox, potrebbe iniziare a essere puntata altrove, e a suggerirlo c’è l’affare sfumato lo scorso anno, quando Fox provò senza successo ad acquisire Time Warner, il gruppo che controlla tra gli altri Hbo e Warner Borthers, con un’offerta da 71 miliardi di dollari. A quel deal fallito sono poi seguite l’acquisizione di National Geographic, e la ricerca indirizzata verso altri brand che producono contenuti per uno spetto più ampio di piattaforme.
A conferma che qualcosa possa muoversi presto c’è una recente dichiarazione di Lachlan Murdoch, che a proposito di Sky ha sottolineato come “avere il 40% di un asset non consolidato non può essere considerato come un punto di arrivo”. Una dichiarazione che ha fatto partire una serie di ipotesi sulle reali intenzioni della famiglia, che potrebbe decidere di vendere, ma anche di consolidare la propria posizione nell’azienda acquistando altri pacchetti di azioni.
Sky oggi conta su una capitalizzazione di 14,5 miliardi di sterline, 21 milioni di abbonati diretti a cui ne vanno aggiunti altri 4 che vengono dai “pacchetti” di altri operatori presenti sulla piattaforma, con attività nel Regno Unito, in Germania e in Italia.
Tra i possibili acquirenti, riporta il quotidiano, il gruppo media francese Vivendi, che controlla Canal+ e Universal Music, sarebbe tra i pretendenti “naturali” per al possibile integrazione dell’offerta pay tra i due gruppi ma anche perché conta su circa 35 miliardi di euro di liquidità che le vengono dalla recente cessione di alcuni asset.
Anche Vodafone, da parte sua, potrebbe considerare l’operazione, ma sembrerebbe al momento più interessata a impossessarsi di Virgin Media, di proprietà di John Malone con la sua Liberty Global.
Quanto a BT, è il concorrente principale di Sky sui diritti televisivi per gli eventi sportivi nel Regno Unito: una eventuale offerta potrebbe finire sotto i riflettori di Ofcom e necessitare di una approfondita indagine antitrust. Un problema che non riguarderebbe invece il gigante Usa della tv via cavo Comcast, che ha ritirato un’offerta da 45 miliardi di dollari per Time Warner Cable dopo lo stop dell’antitrust: Sky potrebbe offrire alla società statunitense l’opportunità di crescere fuori dal continente americano.