RAPPORTO DELOITTE-FIMI

Musica, il digitale traina il mercato: streaming in aumento del 63%

Rapporto Deloitte-Fimi: in Italia fatturato complessivo 2015 a quota 148 milioni (+21%). Gli abbonamenti premium di Spotify & Co. hanno generato oltre 26 milioni di ricavi. Enzo Mazza (Fimi): “Consumo sempre più trasversale a formati e supporti”

Pubblicato il 31 Mar 2016

Andrea Frollà

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Traiettoria positiva iniziata nel 2013, proseguita nel 2014 e confermata anche nello scorso anno per il mercato discografico italiano. Secondo i dati raccolti da Deloitte per la Federazione industria musicale italiana (Fimi) il settore ha fatto registrare nel 2015 un fatturato di 148 milioni al sell in, con un incremento del 21% rispetto all’anno precedente. Come sta avvenendo in tutto il mondo, il segmento digitale risulta essere in crescita costante e in un anno ha visto aumentare il proprio peso dal 38 al 41% dell’intero settore.

L’innovazione in Italia è spinta soprattutto dai servizi in streaming, come TIMmusic, Spotify, Apple Music, Google Play e Deezer, con gli abbonamenti che hanno fatto segnare un +63%, arrivando a rappresentare il 45% di tutto il comparto digitale. Complessivamente i servizi premium hanno generato oltre 26 milioni di euro, contro i poco più di 14 milioni dei servizi free che includono YouTube comunque cresciuti del 38%. Alla crescita dello streaming ha fatto da contraltare la discesa del download sceso del 5%.

Il 2015 è stato anche l’anno della decisa ripresa del mercato fisico, con il vecchio e caro cd musicale che ha generato ricavi per oltre 88 milioni di euro (+17% rispetto al 2014), grazie ai risultati del repertorio italiano che ha dominato le classifiche degli album. Sulla performance del prodotto fisico hanno anche inciso le iniziative sui punti vendita con la presenza di artisti e fan nei cosiddetti instore, eventi che hanno attirato spesso migliaia di giovani nei negozi e nella grande distribuzione. Tra le conferme, spicca quella del vinile, cresciuto del 56% con nicchia di mercato del 4% del totale. “La fotografia del mercato 2015 mostra un consumo trasversale da parte dei fan di musica – ha commentato il ceo di FIMI, Enzo Mazza – dove adulti e teenager scelgono spesso in maniera indifferente tra i vari formati, dallo streaming sullo smartphone, al CD o la versione deluxe di vinile”.

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