Dopo dodici anni di lavoro come gran capo delle relazioni esterne holding di Enel, Gianluca Comin decide di aprire una boutique di consulenti, Comin&Partner. Pochi partner per affrontare con competenza gli scenari futuri della comunicazione in pieno cambiamento dove i temi della reputazione delle aziende, del rapporto con gli stakeholder e della gestione delle crisi si intrecciano con la rivoluzione digitale.
Lo sconvolgimento del top management nelle grandi aziende di Stato ha comportato un ricambio significativo anche dei rispettivi uomini della comunicazione. Uno di questi, Gianluca Comin, ne è tra gli esempi più significativi. Udinese, poco più che cinquantenne, per dodici anni capo delle relazioni esterne di Enel, Comin ha svolto con intelligenza e creatività un ruolo complesso e assai delicato, che ha dovuto spesso far fronte a crisi di non poco conto (tanto per citarne una, il rovinoso blackout del 2003).
Nato giornalista (ha esordito al Gazzettino dove è rimasto per un decennio), Comin è stato portavoce del ministro Costa nel primo governo Prodi, poi in Montedison con Enrico Bondi e in Telecom Italia con Marco Tronchetti Provera. Nel luglio 2002 varca il portone romano di viale Regina Margherita, sede dell’Enel, dove Comin lavora a fianco dell’ad Paolo Scaroni e poi, dal maggio 2005, di Fulvio Conti, con cui per nove anni segue l’impetuoso sviluppo internazionale del gruppo.