DIMENSION DATA

Networking, dall’Internet of Things una spinta all’IPv6

Secondo una ricerca Dimension Data solo il 21% dei dispositivi di rete supporta il nuovo standard. “Le società non dedicano abbastanza attenzione sullo sviluppo del settore”

Pubblicato il 10 Giu 2015

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Le aziende “non pongono un sufficiente focus strategico all’impatto che l’Internet of Things, la mobilità aziendale e la collaboration avranno sulla propria infrastruttura di rete. E’ quanto emerge dala repost sull’argomento di Dimension Data, che sottolinea come “Nonostante la tendenza a sfruttare sempre più i propri asset di rete IT, le organizzazioni, a livello globale, stanno lentamente incrementandole funzionalità wireless dei propri access-point. Infatti, il 74% di questi dispositivi sono ancora costituiti da modelli che non sono in grado di supportare i nuovi requisiti per la moderna mobilità aziendale. In aggiunta, la maggior parte dei dispositivi di rete non è compatibile con lo standard IPv6, supportato solo dal 21%”.

“Nel precedente report – afferma Raoul Tecala, business development director for Networking di Dimension Data – sostenevamo che la mobilità aziendale avrebbe richiesto un’evoluzione della modalità di accesso alle architetture di rete, passando da una maggioranza di infrastrutture cablate a una preponderanza di reti wireless. Oggi, gli utenti non vogliono più essere vincolati alla propria scrivania. In un ambiente dove la maggior parte degli utenti finali si connette alla rete via wireless, l’accesso tradizionale alla rete tramite switch deve evolvere. Nei vecchi modelli, l’80% delle porte di uno switch era dedicato a singoli utenti mentre il 20% era condiviso tra più utenti wireless. Questo rapporto dovrà cambiare, invertendo le proporzioni: 80% per reti wireless contro il 20% di reti wired”.

“Le tecnologie che le organizzazioni scelgono per gli aggiornamenti sono un indicatore del loro livello di preparazione verso il cambiamento, che deve avere una connettività wireless pervasiva – prosegue Tecala – I dati del report rivelano che lo scorso anno il 51% delle porte supportava la connettività power-over-Ethernet; il 45% supportava connessioni gigabit Ethernet; e il 23% degli switch supportava uplink a 10 gigabit. Quest’anno le organizzazioni hanno continuato a estendere le funzionalità wireless dei propri punti di accesso alla rete. Ciò è dimostrato da un aumento percentuale in due dei tre principali requisiti per la connettività mobile. Di tutti gli accessi analizzati il 65% adesso supporta connettività power-over-Ethernet, il 14% in più rispetto allo scorso anno.”

“L’indicatore più importante che le organizzazioni stanno facendo evolvere le proprie infrastrutture di rete con l’obiettivo di integrare maggiori capabilities a supporto della mobilità – prosegue la nota – è rappresentato dall’adozione di switch con tecnologia power-over-Ethernet. Mentre tutti i nuovi dispostivi permettono di avere link a 10 gigabit, il supporto delle funzionalità power-over-Ethernet, tra i dispositivi più economici, è ancora opzionale. La scelta di un dispositivo più sofisticato e costoso, che solitamente include le funzionalità di power-over-Ethernet, dimostra quindi una volontà consapevole nel muoversi verso un estensione delle funzionalità all’accesso. Si prevede inoltre, che l’Internet of Things avrà influenza diretta sulle infrastrutture aziendali, in particolare, spingendo l’adozione del nuovo protocollo Internet IPv6 per tutti i dispositivi di rete”.

In questo quadro l’Internet of Things porterà a un crescente numero di differenti tecnologie abilitanti per il business interconnesse alla rete, e anche a Internet: “Gli oggetti non-human saranno in grado di raccogliere dati dai loro ambienti, interagire con altri e prendere decisioni intelligenti, il tutto senza ricorrere all’intervento umano – spiega Devid Mapelli, solution team leader di Dimension Data Italia – Questa evoluzione nel networking consta di molti benefici per il business: dalla generazione di big data, utili e abilitanti al miglioramento dei modelli decisionali, a una maggiore visibilità e controllo dei sistemi e dei relativi processi con una conseguente riduzione dei tempi e dei costi di gestione. La sfida rappresentata dal crescente numero di dispositivi connessi, porterà a una scarsità ed, al limite, a un’indisponibilità degli indirizzi IPv4. Questo obbligherà quindi le Aziende ad adottare il nuovo standard IPv6”.

“Raccomandiamo quindi alle organizzazioni di iniziare a preparare l’infrastruttura per la mobilità aziendale e l’Internet of Things come parte di una strategia di rete coerente – conclude Mapelli – Deve essere approcciata in modo organizzato e non deve essere gestita in modo reattivo, creando così una roadmap di sviluppo completa”.

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