Nicita: “Dematerializzare le reti pone nuove sfide ad Authority e policy maker”

Il commissario Agcom in un’intervista a CorCom: “Va fornito nuovo potere contrattuale agli operatori di rete rispetto agli Ott, anche nel trattamento dei dati”. E sottolinea: “M2M e Iot rendono l’interoperabilità fondamentale”

Pubblicato il 04 Mar 2015

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Anche quest’anno il Commissario Agcom Antonio Nicita è stato uno degli invitati al Ministerial Program del World Mobile Congress di Barcellona. In questa intervista con Corcom.it ci rivela quali sono le sue impressioni sulle principali novità emerse dal tradizionale dal più importante appuntamento per le tlc e l’Ict d’Europa che proprio quest’anno ha avuto il record di visitatori, a conferma del nuovo fermento che sta attraversando il settore.

Prof. Nicita quali sono a suo avviso gli elementi caratterizzanti di ciò che ha visto quest’anno al WMC?

Dovendo sintetizzare, sono tre gli aspetti che mi pare emergano sopra tutti gli altri: l’accelerazione alla dematerializzazione delle reti e alla centralità del cloud telco; il protagonismo delle connessioni tra cose (IoT); l’efficienza crescente dell’uso delle risorse frequenziali. è poi impressionante vedere come, in un solo anno, siano stati fatti progressi significativi nella Ricerca & Sviluppo sui prototipi presentati nel 2014. Alcune di queste ricerche avvengono in Europa e una parte significativa anche in Italia, da parte di alcuni importanti manifatturieri.

Partiamo dalla dematerializzazione della rete, quali sono a suo avviso le sfide regolatorie che vengono poste da questi processi innovativi?

La dematerializzazione delle reti deve spingere a guardare i servizi di connessione, sia tra persone che tra cose, superando la tradizionale distinzione tra operatore di reti e di operatore di servizi. Gli strumenti del regolatore sono spesso confinati al mondo tradizionale nel quale l’accesso alla rete fisica, fissa o mobile, costituiva l’elemento caratterizzante un intero settore. Non è più così. La sfida del cloud telco cambia i rapporti verticali e orizzontali nell’ecosistema internet e dobbiamo pensare a nuove regole per affrontare gli eventuali nuovi fallimenti di mercato o per alleggerire vecchie regole non più attuali. Ad esempio occorre favorire il Software Defined Networking (SDN) e la Network Functions Virtualization (NFV) per gestire una domanda crescente di traffico dati in mobilità e per fornire un nuovo potere contrattuale agli operatori di rete rispetto agli OTT anche nel trattamento dei dati.

Una delle caratteristiche che emergono qui a Barcellona è la rilevanza ormai acclarata del machine to machine e dell’Internet of everything…

Si le applicazioni che vengono mostrate ai vari stand hanno raggiunto livelli di sofisticazione davvero impressionanti, dalla gestione integrata della protezione del territorio, alla logistica, alla sanità a distanza e così via. Questo impone ai regolatori di settori distinti (comunicazioni, energia, sanità, banche e così via) di avviare dei protocolli comuni per favorire al massimo la nascita di modelli di business cross-sectoral che magari oggi incontrano significative barriere all’entrata nel cumulo di regole pensate per singoli settori. è una delle iniziative che Agcom proverà ad avviare in occasione della prossima conclusione dell’indagine conoscitiva su M2M. Dal punto di vista regolatorio questo significa spingere decisamente sul tema ormai irrinunciabile della piena interoperabilità. Una mancata e totale apertura dei sistemi di comunicazione costituisce la principale barriera al decollo economico dell’internet of things.

L’uso efficiente dello spettro resta una delle condizioni irrinunciabili per la rapida diffusione di molte di queste innovazioni…

Non vi è dubbio. Per operare a distanza nella sanità, nella logistica e nei trasporti occorre avere canali frequenziali dedicati che permettano anche di ridurre e ottimizzare i segnali di ritorno. Significa avere a disposizione ampie bande di spettro dedicate. Se l’anno scorso il concetto che la faceva da padrone era quello dello Licensed shared access (LSA), quest’anno è stato interessante registrare l’applicazione del cosiddetto Licensed assisted Access (LAA) che permette di ampliare istantaneamente la banda di spettro utilizzata per connessioni mobili, ottimizzando la capacità inutilizzata ‘localmente’. Al tempo stesso, la capacità di compressione di più segnali video trasmessi con la tecnologia LTE enhanced dimostra come la banda ultralarga mobile abbia raggiunto capacità performanti davvero impressionanti. È un tema da non trascurare in un dibattito sugli investimenti in connessioni a banda ultralarga troppo spesso limitati alla sola rete fissa.

A questo proposito, va rilevato che molti produttori hanno mostrato a Barcellona nuove e sempre più piccole small cells che possono ben essere utilizzate per completare un’offerta fissa a banda larga.

Sì i modelli di small cell visti quest’anno sono ancora più piccoli e maneggevoli di quelli annunciati qui lo scorso anno. Un sistema integrato di small cell può coprire un’area di diverse centinaia di metri. Se si considera che in Italia, la distanza media degli armadi di strada dai palazzi è inferiore ai 300 metri nei centri urbani, ciò significa che per la parte ‘sub loop’ è possibile immaginare per il prossimo futuro forme integrate virtuose fisso-mobile per migliorare la capacità di banda al building e nelle abitazioni, con costi decisamente contenuti e minori scavi. Sicuramente un’opportunità, anche economica, da valutare per il policy maker.

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