IL REPORT

Ocse: “Più occupazione dalle imprese giovani e innovative”

Scoreboard 2013: le imprese attive da non più di cinque anni risultano le più dinamiche. L’appello dell’organizzazione per lo sviluppo: “Serve una svolta normativa che consenta di non favorire in modo squilibrato gli incumbent”

Pubblicato il 23 Ott 2013

Patrizia Licata

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Le imprese giovani svolgono un ruolo cruciale nella creazione di innovazione, crescita e occupazione: migliorare i mercati del lavoro e del capitale e le leggi sulla bancarotta le aiuterebbe a potenziare le assunzioni di personale e a fornire sostegno alla ripresa economica. Questo il messaggio lanciato dal nuovo studio dell’Ocse “The Science, technology and industry Scoreboard 2013“.

Il report nota che le giovani imprese, ovvero quelle attive da non più di cinque anni, hanno rappresentato solo circa il 20% dell’occupazione nel settore non-financial negli ultimi dieci anni ma hanno generato quasi la metà di tutti i nuovi posti di lavoro.

Durante la crisi, la maggior parte dei posti di lavoro persi sono stati la conseguenza dei tagli avvenuti in aziende più “vecchie”, mentre la crescita netta degli occupati nelle imprese nuove è rimasta positiva, nota l’Ocse.

“Dare alle imprese giovani e dinamiche, come le start up, tutti gli strumenti per avere successo sul mercato permetterà di creare occupazione e stimolare la crescita economica”, sottolinea Andrew Wyckoff, Director of Science, technology and industry dell’Ocse, che ha presentato il report a Istanbul. “I nostri dati mettono in evidenza quanto siano importanti le imprese giovani per molti Paesi. La politica deve ripensare il suo approccio alle riforme per aiutare le aziende innovative ad avere successo e non favorire in modo squilibrato i grandi incumbent che a volte lasciano le giovani e creative start up ai margini del mercato”.

In particolare, secondo l’Ocse, riformare le leggi sulla bancarotta sarebbe di grande beneficio per le giovani imprese al fine di incentivare l’innovazione: ridurre la severità normativa nei Paesi Ocse, per esempio, farebbe aumentare i flussi di capitale verso le imprese che registrano brevetti di circa il 35%.

Le imprese giovani svolgono infatti un ruolo sempre più da protagoniste nella creazione di proprietà intellettuale: su un campione di 16 Paesi studiato dall’Ocse, le imprese giovani costituiscono il 24% di tutte le aziende che brevettano e hanno presentato il 12% delle richieste di brevetto.

Lo studio rivela anche che in Europa la richiesta di lavori con basso livello di competenze (segretari o operatori di macchinari) continua a calare, ma sale la domanda di specialisti: +13% per le figure tecniche e +50% per i professionisti. L’Ocse invita i governi a dare più spazio nei programmi scolastici e nella formazione universitaria alle materie collegate con il mondo dell’It e della tecnologia, perché è su queste conoscenze che si costruiranno molte delle specializzazioni più richieste sul mercato del lavoro.

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