IL CASO

Olimpiadi, in Brasile il “flop digitale” è dietro l’angolo

David Jones, Advanced power management evangelist di Dynatrace: “Emergono dati preoccupanti. Traffico da mobile destinato a crescere e generare potenziali problemi. Riusciranno atleti e turisti a sfruttare a pieno le applicazioni per smartphone?”

Pubblicato il 20 Giu 2016

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A soli due mesi dall’inizio delle Olimpiadi in programma in Brasile, tra le preoccupazioni per la riuscita della manifestazioni emergono anche quelle legate alla preparazione e alla “tenuta” digitale del Paese. E il rischio che inizia a emergere è che durante la manifestazione potrebbero verificarsi problemi a causa del “sovraffollamento” delle connessioni, dovuto alla grande concentrazione di turisti e addetti ai lavori, che per motivi diversi faranno affidamento su device mobili, e all’aumento dell’offerta di contenuti online legati all’evento.

“Una volta approdati in Brasile – afferma David Jones, Advanced power management evangelist di Dynatrace – un gran numero di atleti e turisti inizieranno a utilizzare i propri dispositivi mobili per accedere alle app e porteranno con loro un carico consistente di aspettative”.

Dall’esame dei dati provenienti dai benchmark di settore effettuato dall’azienda sfruttando dati locali degli utenti reali e dati provenienti dalle reti di contenuti (Cdn) e da altri provider, emergono “dati preoccupanti – afferma Jones – una volta arrivati, come faranno i campioni olimpici a prepararsi sfruttando servizi digitali offerti a partire dai propri Paesi di origine? L’accesso a questi servizi si rivelerà difficoltoso durante le Olimpiadi?”.

Dall’analisi di Dynatrace è emerso, in primo luogo, che i tempi di risposta dei Dns (domain name system) in Brasile si stanno progressivamente allungando.

Quanto alla latenza di rete, è emerso che “il tempo di connessione è fortemente influenzato dallo spostamento globale degli indirizzi verso il protocollo IPv6, che è stato introdotto per fare fronte al numero limitato di indirizzi IPv4. Il nuovo protocollo può comportare tempi di risposta più lunghi – spiega Jones – dato che l’estensione dell’indirizzo è maggiore e quindi la dimensione del pacchetto può essere più grande. In sostanza questo significa spingere più dati su reti già congestionate. Anche se l’Http2 – versione aggiornata dell’Http – cerca di compensare l’impatto del nuovo protocollo, in Brasile assistiamo ancora a un allungamento dei tempi di connessione”.

II traffico di rete si sta modernizzando anche in Brasile, ma purtroppo non con la stessa velocità degli altri Paesi – prosegue – ll provider di Content Delivery Network Akamai ha rilevato che la velocità media della connessione negli Stati Uniti è oggi tre volte maggiore che in Brasile.

Al di là dell’infrastruttura di rete, poi, la complessità sempre maggiore delle applicazioni e dei siti web è un fattore che influenzerà gli utenti finali che si troveranno in Brasile questa estate. Monitorando l’attività dei Content Delivery Network, cioè i fornitori di contenuti pubblicitari, social media, strumenti analitici, e altro, Dynatrace Analyzer ha evidenziato oltre 300 interruzioni in un periodo di 24 ore: “Un aspetto – sottolinea Jones – che potrebbe rivelarsi decisamente problematico per i siti web che utilizzano molti contenuti di terze parti come quelli dei media sportivi con filmati delle gare, pubblicità degli sponsor e altro ancora”.

Analizzando i dati di traffico reale di una delle principali catene di hotel del Paese, con 45mila visite in un periodo di 1 settimana, è emerso che “oltre la metà degli utenti finali si è scontrata con un’esperienza frustrante o difficile da tollerare, in base a quanto definito dal nostro Dynatrace User Experience Index – aggiunge Jones – I tempi medi di risposta per l’utente hanno superato gli 8 secondi e oltre il 60% dei visitatori ha abbandonato il sito. Oltre la metà degli utenti monitorati utilizzava dispositivi mobile e, purtroppo, è proprio il traffico da mobile, a nostro avviso, è quello destinato a crescere e generare potenziali problemi durante i Giochi”.

Per limitare al massimo i problemi, Jones suggerisce alle aziende di adottare quattro best practice: ottimizzare le prestazioni, per effettuare la delivery delle applicazioni in modo efficace. Ad esempio riducendo il peso della pagina, il numero degli oggetti, o delle terze parti convolte. Poi avere un piano e promuovere un approccio proattivo che garantisca che siti e le app siano stati accuratamente testati prima di un grande evento mondiale. Per attuare il piano sarà necessario servirsi di una digital performance platform, che offra una base comune che comprende le operation, lo sviluppo, i test e i team dedicati al business. E infine comprendere i dati: “adottando una piattaforma di nuova generazione capace di notificare in automatico gli eventi – conclude Jones – analizzare tutte le dipendenze e scoprire la causa principale dei problemi”.

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