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Open Fiber, Gola: “Bisogna pensare seriamente allo switch off del rame”

“L’Ftth nel 50% delle abitazioni ma il take up non decolla. I voucher aiutano ma non bastano”. L’Ad racconta la nuova vision della wholesale company che amplia il business puntando su digitale e innovazione: “Con il nostro digital twin mettiamo a disposizione una piattaforma operativa per PA e utilities”

Pubblicato il 12 Dic 2023

Giuseppe Gola, Amministratore Delegato Open Fiber

“In Italia oggi solo una linea su 5 è in Ftth, circa 4 milioni su 20 milioni di linee attive. Ben vengano i voucher, ma per aumentare il take up c’e bisogno di progetto strutturale di lungo periodo: lo switch off della rete in rame“. Lo ha sottolineato l’amministratore delegato di Open Fiber, Giuseppe Gola, intervenuto al convegno Telco per l’Italia.

Per Gola il processo “si potrebbe paragonare con lo switch tra analogico e digitale che ha interessato le TV, che però è stato relativamente semplice. Un paragone più corretto potrebbe essere lo stop della produzione di auto ad alimentazione termica a vantaggio delle vetture elettriche, su cui si sta fissando una data. Facciamolo anche noi per la migrazione da rame a fibra. Va bene anche un orizzonte anche di lungo periodo come il 2035, ma facciamolo e iniziamo il processo da quelle aree che hanno tanta disponibilità di fibra. Potremmo partire da Milano, che può diventare la prima città copper free d’europa, o anche da uno dei borghi che Open Fiber ha coperto nell’ambito del piano Bul, ma è un processo che va definito”.

“Necessaria una norma e la presenza dell’AgCom”

Per lo switch off  “ci vuole un passaggio normativo e poi deve gestire l’Agcom“, aggiunge Gola che, alla domanda se c’è in corso una discussione con il governo,  ha poi risposto: “Lo stiamo chiedendo, il tema non è banale”.  Lo switch off vuol dire il passaggio all’ftth (fibra fino alla casa), non all’fttc (fibra fino all’armadietto). “C’è un operatore – ha aggiunto Gola alludendo a Telecom – che ha un interesse molto forte a fare lo sviluppo di banda ultra larga, con il decommissioning delle vecchie centrali in rame, ma mantenendo l’fttc”.

“Digital twin e progetti pilota per incentivare lo sviluppo della fibra”

Non solo reti, però: Open Fiber punta a giocare un ruolo sempre più importante nella digitalizzazione dell’Italia. Gola chiarisce  che la posa della fibra, e dotare il Paese di questa infrastruttura, resta il core business dell’azienda, “ma ora ci occupiamo anche di gestire una piattaforma tecnologica avanzata – puntualizza -. Il focus è promuovere lo sviluppo della fibra con metodi innovativi. Un esempio? L’azione sulle aree grigie con il digital twin, metodo innovativo di gestione del database che contiene le informazioni sulla fibra che stendiamo. In pratica stendiamo un gemello digitale della nostra infrastruttura e creiamo qualcosa che sì ci serve, ma che mettiamo a disposizione delle amministrazioni locali e delle altre utilities”.

La posa della fibra, lo sanno bene gli italiani, “sta aggiungendo altri tubi sotto le strade: quando si interviene bisogna sapere dove si trovano le varie reti – spiega l’ad -. Noi raccogliamo tutte le info, digitalizzandole con digital twin. In parallelo facciamo cose nuove sull’uso della fibra: progetti pilota che permettano di usare al meglio la banda, la prestazione della fibra, permettendo di creare la necessità di questa forma di collegamento”.

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