LO STUDIO

Ovum: connessioni M2M, business da 67 miliardi entro il 2021

L’Lte sarà la tecnologia del futuro, rappresenterà 212 su 733 milioni di connessioni nel 2021. Ma il 2G ha ancora molto da offrire per disponibilità e convenienza

Pubblicato il 05 Set 2016

Patrizia Licata

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Saranno 733 milioni le connessioni cellulari machine-to-machine (M2M) (esclusa la Narrow-Band IoT) nel 2021 in tutto il mondo: lo calcola la società di ricerche Ovum nel suo ultimo studio (“Cellular Machine-to-Machine forecasts: 2016-21″). Le revenues complessive generate dai servizi M2M su reti cellulari raggiungeranno quota 67 miliardi di dollari tra cinque anni.

A contribuire al valore di mercato saranno soprattutto, in questo ordine, Asia & Oceania, Nord America e Europa occidentale, rispettivamente generando introiti per 22 miliardi, 16 miliardi e 14 miliardi di dollari. Molti operatori mobili cerceranno di sfruttare al massimo le loro opportunità di produrre ricavi dall’M2M estendendo i loro servizi oltre la classica connettività; Ovum include nel report anche le sue previsioni sulla quota delle entrate da servizi M2M che entrerà nelle casse dei carrier.

Per la prima volta in questo studio Ovum ha anche segmentato le sue previsioni sulle revenues del settore per tipo di tecnologia – 2G, 3G e 4G – giungendo così alla conclusione che tra queste generazioni di tecnologia mobile attualmente disponibili, l’Lte risulterà dominante nel lungo termine, perché rappresenterà 212 milioni di connessioni nel 2021.

L’Lte, spiegano gli analisti, è una tecnologia eccezionale per le comunicazioni tra macchine perché, al contrario di 2G e 3G, è “flessibile.” L’Lte è infatti stato progettato per i dati ad alta velocità, ma non è necessario usarlo alla sua completa capacità. Tuttavia, va sottolineata la resistenza del 2G, ancora fino al 2021 se non oltre: 2G e 4G conteranno lo stesso numero di connessioni tra cinque anni, mentre il 3G ne rappresenterà 172 milioni. Tuttavia, il 2G avrà raggiunto a quel punto il massimo della sua espansione, come il 3G, mentre l’Lte continuerà a crescere.

“I trend segmentati per famiglia di tecnologia mobile nell’M2M sono ben diversi da quelli che si rilevano sui mercati consumer”, sottolinea l’esperto di Ovum Jamie Moss, Principal Analyst, IoT. “Le connessioni Machine-to-Machine devono restare attive per molti anni e non vengono trasferite in corso d’opera verso nuove interfacce radio perché avrebbe costi troppo alti. Per questo il 2G, e in particolare il Gsm, resisterà così a lungo nell’M2M”.

Pauline Trotter, Practice Leader di Ovum, aggiunge: “Le grandi telco con attività consolidate nell’M2M non cercheranno lo switch off del 2G fino 2020 – qualcuna lo userà ancora fino al 2025. Non si tratta solo di supporto di applicazioni preesistenti: si aggiungeranno nei prossimi anni anche nuove connessioni 2G M2M perché il 2G rappresenta ancora la tecnologia meno costosa e più diffusa su scala internazionale per la copertura mobile”.

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