IL PARERE

PA digitale, paletti del Garante Privacy alla piattaforma per i bonus

Sì condizionato allo schema di decreto del Ministro per la transizione digitale che disciplina il sistema per l’erogazione dei benefici economici concessi dalle amministrazioni ai cittadini. “No alla raccolta dati massiva e generalizzata sulle transazioni degli utenti”

Pubblicato il 03 Ott 2022

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Sì condizionato del Garante per la privacy sullo schema di decreto del Ministro per la transizione digitale che disciplina una nuova piattaforma per l’erogazione dei benefici economici concessi dalle amministrazioni pubbliche ai cittadini. Lo schema regola un complesso di trattamenti di dati attraverso i quali assicurare l’erogazione di aiuti economici destinati a specifici acquisti da effettuare utilizzando strumenti di pagamento elettronici. L’obiettivo è quello di digitalizzare i pagamenti della PA e consentire un più efficiente controllo della spesa pubblica, semplificando l’accesso alle diverse iniziative da parte dei cittadini attraverso l’uso della nuova piattaforma gestita da PagoPA.

La valutazione del Garante

Poiché i trattamenti effettuati tramite questa infrastruttura complessa presentano rischi elevati per i diritti e le libertà delle persone il Garante ha chiesto all’Amministrazione di integrare e modificare il testo del decreto, dettando precise condizioni.

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Al fine di erogare i benefici ai cittadini, la piattaforma è destinata a raccogliere in modo massivo e generalizzato informazioni su tutti gli aspetti, anche i più delicati, della vita quotidiana dell’intera popolazione sulla base degli acquisti effettuati, nonché dati degli strumenti di pagamento (numero di carta di credito, ecc.) e dei conti correnti (Iban) dei fruitori. Un patrimonio informativo così importante, riferibile anche categorie di persone vulnerabili, richiede – afferma il Garante – l’adozione di misure tecniche e organizzative in grado di mitigare i rischi di utilizzi impropri, oltre che di accessi non autorizzati, assicurando che i dati siano trattati solo per l’erogazione dei benefici richiesti.

La piattaforma dovrà quindi essere progettata, nel rispetto dei principi di  privacy by design e by default, limitando la raccolta dei dati a quelli strettamente necessari allo scopo perseguito dalla singola iniziativa, senza accentrare presso PagoPa, i dati relativi a tutte le transazioni commerciali eseguite con gli strumenti di pagamento censiti nel sistema dagli utenti.

“Particolare attenzione poi dovrà essere posta nella raccolta dei dati relativi ai codici merceologici dei beni acquistati, poiché da tali informazioni possono emergere anche riferimenti a opinioni politiche, convinzioni religiose, dati genetici, sulla salute o la vita sessuale”, evidenzia l’Autorità.

L’amministrazione dovrà inoltre adottare misure tecniche e organizzative per verificare la titolarità dei conti correnti e l’intestazione degli strumenti di pagamento, tenendo conto che alcuni utenti potrebbero operare sulla piattaforma in favore di altri beneficiari (anziani, minori, disabili).

“Mentre per prevenire accessi abusivi o illeciti, o usi impropri dei dati personali, i diversi canali di accesso alla piattaforma, fisici o digitali, che consentiranno di usufruire dei benefici offerti dalle PA, dovranno garantire una adeguata protezione dei dati con garanzie e misure di sicurezza adeguate al rischio”, dice il Garante che  ha chiesto infine che, anche eventualmente attraverso un successivo atto attuativo, siano individuati i tempi di conservazione dei dati, differenziati secondo le diverse tipologie e finalità per le quali sono trattati.

Cos’è IdPay, il sistema per i bonus

IdPay – il nome della piattaforme non è definitivo – dovrebbe arrivare entro la fine del 2022. Gestita da PagoPA e finanziata con i fondi del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al Pnrr, promette di abilitare l’erogazione del contributo in tempo reale, al momento dell’acquisto del bene o del servizio.

La piattaforma  permetterà l’erogazione di tutti i bonus, sia statali che comunali, da un unico ambiente digitale. L’acquisto elettronico e tracciabile, unito al riconoscimento dell’identità digitale, consentirà di fare a meno del pagamento anticipato.

 Via alla piattaforma per valutare i servizi digitali

È partita per otto servizi digitali erogati da tre amministrazioni – Inps, Inail e Comune di Roma – la piattaforma di customer experience voluta dal Dipartimento della Funzione pubblica e realizzata in collaborazione con Istat. Ogni volta che un cittadino usufruisce di uno dei servizi oggetto della prima fase della sperimentazione, compare, alla fine della procedura, una schermata con tre semplici domande sulla qualità della performance dell’amministrazione.

“Se non si può misurare, non si può migliorare”, commenta il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che già nel 2009, durante la sua prima esperienza a  Palazzo Vidoni, aveva voluto avviare il progetto “Mettiamoci la faccia”, all’avanguardia per l’epoca: i servizi pubblici potevano essere valutati con le emoticon.

“La novità ora è quella di aver affidato la rilevazione all’Istituto nazionale di statistica. Ringrazio il presidente Gian Carlo Blangiardo per questa preziosa collaborazione, che permette alle amministrazioni di conoscere in tempo reale il parere dei cittadini sui propri servizi digitali e di intervenire tempestivamente per colmare eventuali carenze”.

I servizi valutabili

L’adesione delle Pa al progetto avviene su base volontaria. La partecipazione dei cittadini è anonima. Per il Comune di Roma sono valutabili i servizi digitali per il cambio di residenza, l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica e la concessione di aiuto economico per il canone di locazione. Per l’Inail si può esprimere un giudizio sulla certificazione e verifica di impianti e apparecchi (ascensori, impianti di riscaldamento, etc.) e sullo Sportello digitale (prenotazione incontro in sede o da remoto con funzionari specialisti). Per l’Inps i servizi online sui quali si può compilare il questionario sono la domanda di pensione e le integrazioni salariali a carico della Cassa integrazione e dei Fondi di solidarietà bilaterali.

Il questionario

Una volta conclusa la procedura, ogni utente degli otto servizi vede comparire sullo schermo tre domande sulla facilità di utilizzo, sulla presenza di informazioni utili per la fruizione e sull’efficacia nel raggiungere il risultato atteso. È possibile esprimere un giudizio che va da “non soddisfacente” a “molto soddisfacente”.

La fase sperimentale durerà due mesi e sarà progressivamente estesa ad altre amministrazioni. Al termine si valuteranno gli interventi migliorativi nonché le modalità di messa a regime e di estensione del perimetro di Pa e servizi coinvolti.

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