E-PAYMENT

Pagamenti digitali, Pimpinella: “Ripartire dagli small data”

Il presidente dell’associazione italiana istituti di pagamento e moneta elettronica: “Possedere troppe informazioni può indebolirci. Il gap non è solo digitale: dieci milioni di italiani non hanno rapporti bancari di nessun genere. Serve educazione finanziaria”

Pubblicato il 23 Giu 2016

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“I Big Data ci danno l’illusione di sapere tutto, di conoscere anche ciò che non sappiamo. Ma possedere troppe informazioni può indebolirci, bisogna saperne fare un adeguato utilizzo. Ripartiamo dagli small data: una singola stringa di estratto conto può fornire informazioni davvero preziose”. Lo ha detto Maurizio Pimpinella, presidente di Aiip, l’associazione italiana Istituti di Pagamento e Moneta Elettronica, durante il convegno IT TI semplifica la vita”, organizzato da Tim e Nordcom.

“Con 50 trilioni di device collegati, 2,5 quintilioni di big data prodotti ogni giorno e la capacità stimata dei depositi di dati di Google stimata essere 15.000.000.000.000.000 di byte (15 exabyte), di certo non mancano i numeri. Ma attenzione: non illudiamoci di saper predire il futuro – ha sottolineato – E’ bene rendersi conto che nella nostra società del benessere 10 milioni di italiani non hanno rapporti bancari di nessun genere e la metà del Paese non è presente su internet”.

Come pretendiamo di colmare questo gap, questa lacuna infinita tra l’Italia connessa e l’Italia che non lo è, senza un forte lavoro di educazione finanziaria? – prosegue Pimpinella – Possedere troppi dati può indebolirci, bisogna saperne fare un adeguato utilizzo, imparare a gestire e utilizzare in modo proficuo gli ‘small data’, ovvero quelli già in nostro possesso”.

Poi Pimpinella si è soffermato su lavoro svolto dalla Regione Lombardia sul digitale: “Certamente l’amministrazione sinora ha saputo gestire sapientemente le informazioni derivanti dall’intenso utilizzo di sistemi di incasso e pagamento digitali: le gare di appalto su piattaforma informatica ne costituiscono un esempio principe. Se Microsoft riuscisse a fare un utilizzo tanto virtuoso delle informazioni che andrà ad acquisire tramite Linkedin, avremo un mercato ancora migliore: nel comparto tecnologico difficilmente prendono piede scenari win-win tra colossi, piuttosto lotte titaniche a chi offre il servizio migliore, sempre a beneficio del cliente finale”.

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