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Panontin (Regioni): “Piacentini ci incontri al più presto”

Il presidente della commissione speciale Agenda digitale dalla Conferenza delle Regioni: “Siamo i primi soggetti attuatori del piano nazionale Crescita digitale. Spid, fatturazione elettronica e pagamenti digitale i banchi di prova”

Pubblicato il 16 Dic 2016

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Le Regioni volano dello sviluppo digitale dell’Italia. A spiegare l’impegno dei territori nella realizzazione della strategia nazionale di innovazione Paolo Panontin, presidente della commissione speciale Agenda digitale della Conferenza delle Regioni e assessore alle autonomie locali e innovazione del Friuli Venezia Giulia.

La Ue ha finalmente sbloccato i fondi del Crescita digitale. Quale ruolo svolgeranno le Regioni nell’attuazione del Piano?

Le Regioni e Province Autonome hanno sempre creduto fortemente nella programmazione 2014-2020 come volano per la crescita digitale del paese, tant’ è che nel 2013 e nel 2014 hanno condiviso ed approvato all’unanimità due documenti che hanno tracciato la linea strategica comune da seguire per attuare lo sviluppo digitale. Nel 2015 è stata costituita in seno alla Conferenza delle Regioni e Province Autonome la Commissione speciale Agenda Digitale, di cui sono il coordinatore politico, che ha il compito di favorire e garantire un coordinamento delle politiche territoriali sul digitale. Le Regioni e Province Autonome vogliono convintamente esercitare un ruolo trainante nell’attuazione del piano, consapevoli che solo un’attuazione fortemente cooperativa fra i diversi livelli istituzionali e trasversale nei diversi settori tematici può portare ad una vera e propria crescita digitale del Paese.

Una parte cospicua delle risorse sarà di provenienza regionale: di quanti soldi parliamo e su quali progetti verranno investiti?

Il tema delle risorse è estremamente controverso; come è noto, non esiste un obiettivo tematico dedicato al digitale, perché il digitale è pervasivo e trasversale e quindi presente in tutti gli obiettivi tematici. In sostanza, quindi, tutte le risorse della programmazione 2014-2020 sono potenzialmente destinate al digitale: infatti alcuni studi hanno parlato di una possibile spesa di 10 miliardi di euro. Negli obiettivi tematici 2 e 11, che maggiormente richiedono azioni digitali, le risorse sono nell’ordine di 2 miliardi di euro. Si avrà quindi una forbice fra i 2 e i 10 miliardi di spesa della programmazione nel digitale. Tanto più il piano crescita digitale sarà credibile e condiviso, tante più risorse saranno investite, proprio in digitale, in azioni in altri ambiti che apparentemente in questo momento non hanno risorse destinate al digitale.

Il Crescita digitale è un piano nazionale ma le Regioni sono già avanti nella realizzazione delle agende digitali regionali. Non c’è il rischio che queste siano disallineate rispetto al piano nazionale?

A livello di “esecuzione” le Regioni e Province Autonome nei documenti approvati nelle sedute del 24 luglio 2013 e 5 agosto 2014 della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e Province Autonome hanno definito una strategia attuativa delle agende digitali nella programmazione 2014-2020 ed hanno individuato la necessità di lavorare secondo nuovi paradigmi e nuovi principi a 4 azioni leader.

Quali sono?

Community cloud & cybersecurity: per dare al cittadino servizi pubblici digitali sicuri ed efficaci, basati sullo sfruttamento pieno del paradigma cloud, con servizi infrastrutturali (identità, interoperabilità primi fra tutti) gestiti a livello regionale al massimo livello di sicurezza dell’informazione e nell’ottica dell’economia di scala e di scopo, Centri inter-regionali sulle competenze digitali per realizzare un sistema inter-regionale di centri di competenza digitale, ricercando la specializzazione di gruppi di regioni su singole tematiche in modo da avere personale pubblico in grado di fornire supporto a tutte le PA territoriali e centrali.

Oggi c’è bisogno di una PA con capacità organizzative stabili per la gestione di programmi e progetti e che strutturi funzioni associate per gli uffici Ict dei comuni e reti scolastiche per la gestione associata dell’innovazione didattica e digitale. La terza azione riguarda la realizzazione di una PA con servizi digitali che superino la logica dei procedimenti: l’obiettivo è riorganizzare i servizi per erogarli attraverso un ecosistema di servizi digitali sviluppati in collaborazione tra pubblico e privato, con le amministrazioni che lavorano digital by default e “scambiando dati e non documenti” superando quindi la logica dei procedimenti a favore di quella centrata sui servizi multicanale. Infine realizzare il Fascicolo digitale del cittadino. Vogliamo dare la cittadino accesso unitario a tutte le informazioni che lo riguardano, ovvero “i suoi dati” che sono in possesso delle PA e offrirgli la possibilità di condividere tali dati con servizi pubblici e privati quando serve. Tutti i piani operativi regionali regionali approvati ed in corso di attuazione hanno preso le mosse da questa strategia unitaria e, pur in assenza di un quadro nazionale completo ed approvato, hanno cercato di mantenere le azioni omogenee e sinergiche tra loro. Si tratta di 4 azioni assolutamente coerenti e sovrapponibili allo schema generale del piano triennale Ict o, meglio, al modello strategico di evoluzione dei sistemi informativi della PA che Agenzia per l’Italia digitale ha più volte illustrato.

Si può fare un bilancio complessivo dei risultati raggiunti dalle agende digitali regionali?

Le azioni in atto riguardano i temi ormai decisamente condivisi della razionalizzazione e messa in sicurezza dei data-center, dell’integrazione delle infrastrutture regionali con le infrastrutture immateriali nazionali (Spid, fatturazione elettronica, PagoPA, ecc.) ed in molti casi si avvalgono di modalità di riuso interregionali. Ad esempio, grazie ad un percorso condiviso a livello interregionale e con le stesse PA centrali sulla fatturazione elettronica, tutte le Regioni e Province autonome erano pronte all’avvio dell’obbligo del 31 marzo 2015 mettendo a disposizione per più del 50% del territorio italiano un sistema di Hub di ricezione della fattura. Percorso analogo è stato fatto per PagoPa dove il sistema delle Regioni e Province autonome è l’unico ad aver aderito in formazione completa alla piattaforma (21/21) dove più del 50% dei pagamenti elettronici regionali transitano già attraverso il nodo contando da gennaio oltre 170 mila transazioni.

Su Sistema pubblico di identità digitale, nello specifico, come vi siete mossi?

Sul progetto identità digitale il coordinamento interregionale ha aiutato e supportato le 6 Regioni che si sono candidate alla fase di sperimentazione, producendo numerosi feedback e documentazioni utili al superamento di molte criticità che il progetto ha presentato. Attualmente 13 Regioni hanno effettuato i test per l’integrazione con il sistema Spid – condividendo a livello interregionale le criticità e i risultati – e già 8 Regioni hanno completato il processo di sottoscrizione della convenzione con Agid. Del resto le stesse Regioni e Province Autonome hanno partecipato con successo a tavoli nazionali con il Mise per la banda ultralarga e con l’Agenzia per la Coesione Territoriale per garantire azioni di governance multilivello a supporto anche della strategia digitale.

I risultati ottenuti e le azioni intraprese confermano, quindi, le Regioni come primi soggetti attuatori delle strategie nazionali sia di infrastruttura che di servizio; a questi contributi si aggiungono interventi specifici a livello territoriale legati ad obiettivi strategici locali.

Che tipo di rapporto potranno avere le Regioni con il commissario al Digitale, Diego Piacentini?

La nomina del commissario all’Agenda Digitale ha modificato l’assetto della governance ed ha fornito poteri d’azione che fino ad oggi nessuno ha avuto nel digitale. Non è, quindi, facile definire esattamente il rapporto che vi potrà essere, tuttavia è evidente che le Regioni e le Province Autonome si impegneranno al massimo per facilitare il compito del commissario cercando di dare, come solito, attuazione nei rispettivi territori alle priorità che verranno individuate in capo al commissario.

L’auspicio è quello di poter lavorare in squadra per il bene di tutti, convinti che il digitale sia la vera leva per la crescita del paese, anche perché si è già giunti alla fine del 2016 e per l’attuazione 2014-2020 non resta ormai molto tempo. Resta, quindi, fondamentale collaborare e cooperare, sfruttando tutte le sinergie possibili fra i livelli centrali e territoriali, attuando la crescita digitale con servizi innovativi, secondo i nuovi paradigmi e facilitando la vita a cittadini e imprese. Tutto ciò è alla nostra portata e l’occasione non va mancata.

Concentrare l’attenzione sui ritardi o errori del passato ha una scarsa utilità: preferisco pensare a quello che si può fare, piuttosto che pensare a quello che non è stato fatto. Auspico a breve un incontro con Diego Piacentini per un confronto nel merito: le Regioni sono pronte a dare il loro contributo di concretezza.

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