LA RISOLUZIONE

Parlamento Ue: “La concorrenza è chiave per le Tlc europee”

Votata una proposta di risoluzione che “abbraccia” la posizione del commissario Antitrust Vestager. Più vigilanza sulle “concentrazioni”

Pubblicato il 10 Mar 2015

Patrizia Licata

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Il Parlamento europeo ha votato oggi un’importante proposta di risoluzione relativa all’Annual Report on Eu competition policy (Relazione annuale sulla politica di concorrenza dell’Ue) che contiene molti temi che interessano l’industria telecom. Il Parlamento abbraccia la visione del commissario Antitrust Margrethe Vestager che proprio ieri dalle pagine del Financial Times avvisava le aziende telco che adotterà il pugno di ferro per valutare eventuali merger e acquisizioni. Ora il Parlamento indica alla Commissione europea che nel settore della banda ultra-larga, gli ex monopoli continuano a detenere uno share di mercato che supera l’80% e ricorda che un’efficace concorrenza è ancora il miglior stimolo all’innovazione, proprio come sostenuto dalla Vestager.

La risoluzione del Parlamento supporta gli emendamenti presentati dall’europarlamentare Tibor Szanyi e chiede alla Commissione europea di “far valere regole sulla concorrenza sia ex post che ex ante per evitare un’eccessiva concentrazione di mercato e abuso di posizione dominante”; la concorrenza resta la chiave per assicurare che i consumatori possano godere di servizi di alta qualità a prezzi accessibili.

Nel dettaglio, sul capitolo dei merger, il Parlamento concorda con il Report della Commissione “sul fatto che un controllo efficace delle concentrazioni sia uno strumento importante per l’attuazione delle norme della concorrenza, poiché contribuisce a mantenere una pressione concorrenziale sui partecipanti al mercato” e invita la Commissione “a prestare attenzione ai casi in cui i prezzi al consumo subiscono un incremento o la qualità dei prodotti diminuisce sensibilmente subito dopo l’autorizzazione di una concentrazione”.

Per il settore Ict in particolare, il Parlamento fa notare che, nella “banda larga di prossima generazione, gli ex monopoli detengono un’impressionante quota di mercato superiore all’80%”; ricorda che “una concorrenza effettiva costituisce il fattore determinante per investimenti efficaci e offre ai consumatori vantaggi a livello di scelta, prezzo e qualità”; chiede pertanto alla Commissione “di applicare adeguatamente le norme dell’Unione in materia di concorrenza sia a priori che a posteriori in modo da prevenire un’eccessiva concentrazione di mercato e l’abuso di posizione dominante, dal momento che la pressione concorrenziale è essenziale per garantire che i consumatori possano trarre il massimo vantaggio dall’esistenza di servizi altamente qualitativi e a prezzi accessibili”.

Ancora il Parlamento osserva che “è improbabile che una limitazione della concorrenza si traduca in maggiori investimenti a favore della banda larga, persino nelle aree periferiche, dal momento che la totale copertura di servizi di base a banda larga è stata già raggiunta in Europa attraverso un quadro normativo che garantisce l’accesso alle reti di operatori dominanti;”, ed “è del parere che gli investimenti nell’infrastruttura della banda larga di prossima generazione siano evidentemente essenziali per pervenire a un’economia e a una società digitali; ritiene tuttavia che, al fine di massimizzare gli investimenti, le politiche nel settore delle telecomunicazioni dovrebbero consentire a tutti gli attori di compiere investimenti efficienti, fornendo loro un accesso efficace a reti e mezzi non duplicabili e a prodotti di accesso all’ingrosso commisurati alle esigenze”.

Il Parlamento invita la Commissione “a basare le sue decisioni e proposte politiche su un’analisi completa e imparziale di gruppi di dati corretti, pertinenti e indipendenti; sottolinea, in particolare, i dubbi riguardanti la correttezza dei dati presentati in merito alle insufficienti prestazioni dell’Ue nella banda larga ad alta velocità, anche per quanto riguarda le velocità ricevute dagli utenti finali, gli investimenti infrastrutturali e lo stato finanziario del settore in una comparazione globale.

Il Parlamento

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