PA DIGITALE

Pasini (Bocconi): “Le in house Ict? Diventeranno incubatori di innovazione”

L’esperto spiega a CorCom come si stanno trasformando le società pubbliche: “Si va verso nuovi modelli organizzativi e nuove competenze per raccogliere la sfida della riforma della PA”

Pubblicato il 15 Ott 2015

F.Me

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Le in house Ict sono pronte a raccogliere la sfida dei nuovi modelli organizzativi. E’ quanto emerge dalla Ricerca Assinter 2015 sulle Società Ict in house di Regioni e Province Autonome, presentata all’Euritas Summit di Roma e curata dal Politecnico di Milano e Sda Bocconi. A spiegare i punti salienti dllo studio Paolo Pasini, docente Bocconi.

Quale quadro emerge dal rapporto?

Il primo aspetto che emerge con chiarezza è che le IT in house hanno capito cosa devono fare e si stanno muovendo verso la trasformazione richiesta in linee generali dalla Riforma della PA (chiarezza, trasparenza, semplificazione e promozione della concorrenza), e dalla tendenziale centralizzazione delle competenze in materia di Sistemi Informativi della PA. In questo ideale nuovo modello di accentramento delle linee guida e della governance, e di decentramento dell’attuazione locale e della soddisfazione di esigenze specifiche a livello territoriale, le IT in house hanno intrapreso la strada del cambiamento reale per prepararsi a giocare un ruolo diverso dal passato, con nuovi modelli organizzativi, nuove competenze, nuovi modelli di sourcing e di relazione con azionisti e mercato locale, nuovi meccanismi operativi di funzionamento (incentivazione, carriere, misurazione prestazioni, gestione dei progetti, etc.).

Come si sono modificate nel tempo le in house?

Dalla Ricerca emergono alcune forti evidenze e trend in atto negli ultimi 3 anni. Per prima cosa le società In-house, seppure con velocità e situazioni di partenza diverse, stanno abbandonando il modello tradizionale di software-house pubbliche o di ufficio acquisti IT, per assumere quello di Partner strategico e di “Service Broker” dell’innovazione digitale al servizio del territorio, con un ruolo sempre più strategico e proattivo nei confronti degli azionisti pubblici di riferimento ed un crescente orientamento al cliente e al servizio. In secondo luogo i modelli organizzativi delle IT In-house stanno diventando più snelli e aperti al mercato, con una forte spinta, da un lato, all’esternalizzazione dei servizi, e dall’altro, allo snellimento delle componenti più dedicate alle attività di gestione operativa dell’infrastruttura Ict e di realizzazione del software (c.d.nucleo operativo) ed una prudente, ma crescente attenzione alla valorizzazione dell’ecosistema dell’offerta Ict sul territorio. Inoltre con la riduzione delle risorse disponibili localmente e le crescenti esigenze di innovazione digitale del territorio, le In-house si stanno muovendo per fare rete sia tra le In-house stesse sia con le imprese private, promuovendo nuove forme di partenariato pubblico-privato, di “incubazione” dell’innovazione, di procurement innovativo, di riuso e di shared-service locali. Infine infine le IT In-house stanno incominciando ad agire con un approccio più di sistema, concretizzato sia in un’innovazione più coerente ed allineata alle priorità del Paese e alle sue linee guida circa la digitalizzazione, sia in una serie di momenti di confronto su modelli e best practice con altre realtà a livello europeo e internazionale.

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