LA RIFORMA

Patto di stabilità, regole più flessibili per sostenere la “twin transition”

In Europa aperto il cantiere per elaborare le nuove norme che entreranno in vigore nel 2024. Tornano i limiti del 3% del rapporto deficit/Pil e 60% del rapporto debito/Pil ma stop all’austerity: la Ue punta a liberare risorse per accelerare la trasformazione digitale e verde. Il commissario all’Economia Gentiloni: “Occasione per l’Italia”

Pubblicato il 09 Mar 2023

gentiloni

Si apre i cantiere del “nuovo” patto di Stabilità che entrerà in vigore nel 2024. Non sarà più in vigore la clausola di salvaguardia generale che aveva congelato le regole di rientro del debito previste dai criteri di Maastricht  per negli anni della pandemia. Tornano quindi i limiti del 3% del rapporto deficit/Pil e 60% del rapporto debito/Pil nei bilanci degli Stati e tornano anche le procedure per deficit eccessivo, ma senza austerity. E questo per agevolare soprattutto gli investimenti in grado di accelerare la transizione digitale e anche quelli green.

Discussioni in corso

La discussione per formulare il nuovo Patto di Stabilità e Crescita, che sarà basato su piani nazionali pluriennali per il rientro del debito da concordare con Bruxelles, è dunque avviata e martedì si attende l’accordo all’Ecofin e poi la proposta legislativa della Commissione i primi di aprile. I criteri di questa riforma saranno già introdotti nelle prossime raccomandazioni per Paese che l’Esecutivo Ue emetterà a maggio. Insomma, a gennaio 2024 probabilmente non sarà ancora del tutto in in vigore il nuovo Patto – ci vorrà qualche mese in più – ma alcuni elementi della nuova governance potrebbero già essere incorporati nel ciclo di sorveglianza di bilancio. In questo senso è altamente probabile che la protezione di certi investimenti, come quelli per la transizione verde e digitale, e una certa flessibilità saranno già tenuti in considerazione nei bilanci degli Stati, che includeranno un requisito quantitativo nonché orientamenti qualitativi sugli investimenti e sulle misure energetiche e digitali.

Riduzione graduale del debito

La Commissione Ue, basandosi anche sulla riforma attualmente in discussione tra gli Stati, ha deciso che la riduzione del debito sarà graduale, concreta, credibile e soprattutto differenziata per Paese.

“Non avrebbe senso tornare semplicemente ad applicare le norme esistenti come se nulla fosse accaduto – ha spiegato il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni – Dobbiamo riconoscere la nuova realtà post-pandemia e la realtà di una guerra in corso in Ucraina. Le raccomandazioni fiscali specifiche per Paese per il 2024, che presenteremo a maggio, avranno un requisito quantitativo e una guida qualitativa sugli investimenti e sulle misure energetiche. In linea con i nostri orientamenti di riforma, le raccomandazioni saranno formulate sulla base della spesa primaria netta”.

“I requisiti saranno differenziati in base alle sfide di sostenibilità del debito degli Stati membri, seguendo i criteri proposti nei nostri orientamenti di riforma, pur rimanendo coerenti con l’attuale legislazione”, ha evidenziato.

Conti in ordine

Gli Stati sono però chiamati a sistemare i propri conti fin da ora. Anche se quest’anno non ci saranno procedure d’infrazione per l’eccessivo deficit, nella primavera del prossimo anno torneranno e si baseranno sui dati consuntivi del 2023 e sull’andamento generale della traiettoria di debito del Paese in esame. Per questo Gentiloni invita i Ventisette a “preservare gli investimenti, anche con l’assorbimento dei fondi europei, e limare invece la spesa corrente”. In questa limatura rientrano i sussidi per fronteggiare l’impennata dei prezzi dell’energia.

“Gli Stati membri dovrebbero eliminare gradualmente queste misure di sostegno, a partire da quelle meno mirate o che distorcono il segnale dei prezzi, in modo che possano migliorare le proprie posizioni di bilancio e liberare risorse per sostenere la doppia transizione e contribuire alla riduzione dell’inflazione”, è il messaggio di Gentiloni.

Focus sull’Italia

Per Gentiloni la proposta di riforma che su cui l’Ecofin si dovrà pronunciare martedì prossimo è “ottimo compromesso” anche per l’Italia. “Penso sia un accordo che rappresenta un compromesso molto avanzato e che sia nell’interesse della stragrande maggioranza dei Paesi europei – ha puntualizzato- Visto nell’ottica di un Paese come l’Italia, vi è certamente una maggiore gradualità nella riduzione del debito e un incentivo agli investimenti”, ha spiegato. Il commissario inviat dunque il nostro Paese a “preservare la crescita, proteggere gli investimenti, assorbire le risorse europee e avere grande prudenza nella spesa corrente”. Anche perché “non c’è alcuna possibilità di tornare a vecchie logiche, quelle che un tempo chiamavamo dell’austerità, perché la massa di investimenti che abbiamo davanti necessaria per la transizione ecologica e digitale, per l’innovazione delle nostre imprese, per la competitività internazionale, è tale che messaggi di austerità non avrebbero alcun senso”, ha ribadito.

“Bisogna tenere insieme la prudenza, la graduale riduzione del debito, la lotta all’inflazione ma al tempo stesso la montagna di investimenti che sono necessari anche per ridurre il deficit. Non c’è via di sostanziale riduzione del debito e del deficit se le nostre economie non si sviluppano”, ha concluso Gentiloni.

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