“Le telecomunicazioni sono da sempre un settore che necessita di competenze, flessibilità e resilienza delle persone. In un contesto di rapida trasformazione e di continua evoluzione dei modelli organizzativi, le imprese hanno bisogno di strumenti efficaci per gestire una transizione tra lavoratori più anziani e giovani favorendo così, anche la valorizzazione delle competenze emergenti”. Lo afferma in una nota Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim e presidente di Asstel-Assotelecomunicazioni, commentando i dati dell’osservatorio pensioni pubblicati nei giorni scorsi da Inps.
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Il rifinanziamento del contratto d’espansione
“Il contratto di espansione si è dimostrato in questi anni uno strumento utile in questa direzione – conclude Labriola – Sarebbe, quindi, opportuno il suo rifinanziamento ovvero l’individuazione di strumenti che perseguano le stesse finalità. È tempo di mettere in campo politiche industriali e del lavoro che introducano flessibilità coerenti con i nuovi processi organizzativi per governare l’innovazione, non subirla passivamente”.
Il calo delle domande di pensionamento anticipato
“I dati diffusi recentemente dall’Inps, che parlano di un calo significativo delle domande di pensione anticipata, sono un segnale da non sottovalutare e mettono in luce un problema strutturale – argomenta Labriola – la difficoltà di garantire un adeguato ricambio generazionale nel mondo del lavoro. Questo è tanto più importante per le imprese dell’ecosistema Tlc, che oggi vivono una profonda transizione lavorativa legata all’innovazione tecnologica e digitale”.
“Il contratto di espansione si è dimostrato in questi anni uno strumento utile in questa direzione – conclude Labriola – Sarebbe, quindi, opportuno il suo rifinanziamento ovvero l’individuazione di strumenti che perseguano le stesse finalità. È tempo di mettere in campo politiche industriali e del lavoro che introducano flessibilità coerenti con i nuovi processi organizzativi per governare l’innovazione, non subirla passivamente”.
I dati dell’osservatorio Inps
I dati a cui fa riferimento il presidente di Asstel sono quelli dell’osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, che evidenziano come il totale delle pensioni con decorrenza nel 2024 è di 889.642, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.223 euro. Quelle con decorrenza nel primo semestre del 2025 sono state 397.691, per un importo medio di 1.215 euro. “Tali valori – spiega Inps – si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate”.
In particolare, rileva ancora l’Inps, le pensioni con decorrenza 2024 sono state: 271.527 pensioni di vecchiaia, 224.392 pensioni anticipate, 60.094 pensioni di invalidità e 236.107 pensioni ai superstiti. Nel primo semestre del 2025: 117.901 pensioni di vecchiaia, 98.356 pensioni anticipate, 23.996 pensioni di invalidità e 106.693 pensioni ai superstiti.