Piattaforme online, Preto (Agcom): “Obiettivo tutela dei consumatori e del mercato”

Il commissario spiega l’indagine conoscitiva avviata sugli Ott: “Valuteremo anche neutralità delle piattaforme e asimmetrie con le telco. Level playing field anche per l’informazione”

Pubblicato il 24 Set 2015

Antonio Preto, commissario Agcom

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Da tempo si discute di come l’avvento delle piattaforme digitali stia trasformando i mercati, e non solo quello delle comunicazioni elettroniche. Android, iOs e Google continuano a crescere per capacità e influenza economica e agiscono da veri e propri gatekeeper nell’accesso al mercato digitale. Non solo: i nuovi servizi di intermediazione (Uber, Booking, AirBnB, solo per citare i più noti) stanno mettendo in discussione i modelli di business e gli equilibri competitivi, anche nel mondo offline.

È in questo contesto che s’inserisce l’indagine conoscitiva appena avviata da Agcom sullo sviluppo delle nuove piattaforme digitali e i servizi di comunicazioni elettroniche. L’obiettivo è quello di individuare e approfondire le questioni competitive e regolamentari che derivano dallo sviluppo di queste piattaforme: Agcom potrebbe svolgere un ruolo chiave, esplorando le possibilità di intervento regolamentare (ex ante) a tutela del mercato e dei consumatori.

L’indagine sarà inoltre l’occasione per approfondire tematiche ulteriori, come i possibili comportamenti discriminatori degli operatori integrati – quali Google, già finita sotto la lente della Commissione per abuso di posizione dominante – la neutralità delle piattaforme, le asimmetrie tra OTT e Telco in tema di investimenti. L’azione di Agcom analizzerà da un lato i rischi per la concorrenza, dall’altro i rischi per il consumatore. L’analisi riguarda sia le piattaforme “generiche” (che offrono un servizio di intermediazione trasversale, come i motori di ricerca, o i sistemi operativi iOs e Android) che le piattaforme “settoriali” (Whatsapp, Uber, Booking, AirBnB, YouTube), che operano in segmenti di mercato specifici come le comunicazioni personali, i trasporti, il turismo e i contenuti media.

Anche la Commissione europea, nell’ambito della strategia sul Digital Single Market, ha deciso di avviare un’analisi delle piattaforme online. Questo aspetto conferma l’urgenza di comprendere meglio il ruolo di questi attori nel mercato digitale ed eventualmente aggiornare la normativa vigente.

In un recente confronto con stakeholder e università (sull’opportunità o meno di regolare le piattaforme online), l’Esecutivo dell’Unione ha ribadito la centralità di Internet, fonte di innovazione e di enormi benefici, e allo stesso tempo foriera di possibili derive anticompetitive.

La questione coinvolge anche il mondo dell’informazione, come Agcom ha rilevato in un’altra importante indagine conoscitiva (“Internet e giornalismo”), chiusa lo scorso aprile, che ha acceso i riflettori sulla discontinuità originata dall’evoluzione digitale. Anche in questo ambito si impone, dunque, un cambio di rotta. È necessario introdurre nuove regole, che non irrigidiscano le dinamiche di mercato, ma siano allo stesso tempo valide per tutti gli operatori al suo interno, in modo da ristabilire un level playing field. Solo in questo modo, infatti, è possibile assicurare la possibilità di concorrere ad armi pari. Diversamente, il più forte ostacolerà i new comers – mentre spesso le realtà locali offrono esempi di innovazione di alto livello.

È necessario, in conclusione, superare l’asimmetria delle regole tra vecchi e nuovi player: Agcom intende giocare in prima linea, sia a livello nazionale, sia a fianco della Commissione, per rifondare l’intero settore in modo costruttivo, dando ossigeno allo sviluppo e alle idee. Il rischio di over-regulation è secondario: la posta in gioco è troppo alta perché sia lasciata alle leggi del far west.

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